Roma, 15 novembre 2016 – I medici, veterinari e dirigenti sanitari dipendenti del SSN subiscono, al pari del resto del pubblico impiego, un blocco contrattuale da 7 anni che, però, solo per loro, si è accompagnato ad un taglio pesantissimo delle risorse accessorie, che servono a valorizzare il merito professionale e retribuire il disagio di un lavoro che non conosce soste e coinvolge il personale, che ha la età media più alta del mondo, nelle ore notturne anche al di là dei 65 anni di età.
La legge di bilancio 2017 assegna risorse incerte al finanziamento del contratto dei dipendenti dello Stato, sul quale è parametrato quello del comparto della sanità, e quindi dei medici, veterinari e dirigenti sanitari. Per questi ultimi appare prevedibile, per quanto è dato comprendere stando così le cifre, un incremento medio inferiore a 80 euro al mese, lordi ed a regime nel 2018.
Il merito e la fatica di un lavoro chiamato, tutti i giorni e tutte le notti dell’anno, a garantire la esigibilità di un diritto definito fondamentale dalla nostra Costituzione, non può essere retribuito al massimo ribasso. Si allontanano tempi e condizioni per un contratto di lavoro innovativo e non peggiorativo dell’esistente, strumento di governo, anche della spesa, garanzia della qualità dei servizi erogati ai cittadini.
Diventa fondamentale, pertanto, non solo assicurare finanziamenti idonei a frenare il progressivo impoverimento delle retribuzioni e la dilagante demotivazione professionale, ma intervenire anche con misure che rendano disponibili risorse già presenti nelle realtà aziendali, lascito dei precedenti contratti, per valorizzare il merito, retribuire il disagio, incentivare la produttività, finanziare innovazioni organizzative e gestionali indispensabili a reggere la sfida della sicurezza e della qualità dei LEA vecchi e nuovi. Risorse sottoposte in questi anni a continuo depauperamento dalle leggi, e dalla interpretazione che ne hanno fatto le aziende sanitarie.
In particolare le richieste avanzate al Governo e al Parlamento:
- garantire l’estensione anche alla sanità dei benefici concessi a 24 milioni di lavoratori privati dalla defiscalizzazione della produttività, elemento che potrebbe essere finalizzato ad un piano nazionale per l’abbattimento delle liste di attesa;
- estendere al settore pubblico i benefici del welfare aziendale, con la possibilità di contributi alla previdenza integrativa e, per le donne, di strumenti con i quali meglio conciliare vita e lavoro;
- attribuire al trattamento accessorio del personale dipendente, il cui taglio ha colpito quella parte del salario che remunera la produttività, il merito e il lavoro flessibile e disagiato, nonché l’incremento dei carichi di lavoro, le risorse derivanti dalla riduzione del numero di Unità Operative Complesse e Semplici;
- evitare il congelamento al 2015 delle risorse destinate al trattamento accessorio della dirigenza medica e sanitaria esclusa dal ruolo unico della dirigenza del pubblico impiego;
- determinare i fondi contrattuali, a decorrere dal 1 gennaio 2017, secondo le previsioni dell’ultimo contratto collettivo nazionale del 2009, ripristinandone i meccanismi.
Le Organizzazioni Sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, sottopongono alla attenzione delle SSLL alcune rivendicazioni che, già inoltrate come emendamenti alla legge di Bilancio perché necessarie di modifiche legislative, mirano a creare, nell’ottica illustrata, le condizioni per un rinnovo del CCNL che ne valorizzi le risorse umane.
Esse sono alla base di una mobilitazione che vedrà un sit-in in Piazza Montecitorio il 17 novembre ed Assemblee di 4 ore in tutti i luoghi di lavoro il 21. Senza escludere la possibilità, in caso di risposte assenti o insoddisfacenti, di uno Sciopero Nazionale di 24 ore entro la fine del mese.
ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI
fonte: ufficio stampa