Ferrara, 7 marzo 2022 – La fibromialgia è una malattia caratterizzata da dolore muscoloscheletrico cronico e diffuso, spesso associata ad astenia, disturbi del sonno, di attenzione, di memoria, problemi psichici (ad esempio ansia e depressione) e ad un ampio insieme di sintomi somatici e neurovegetativi. La patologia ha un impatto rilevante sulla qualità di vita dei pazienti, è associata ad un elevato utilizzo di risorse sanitarie e ad un aumentato rischio di astensione dall’attività lavorativa.
Il percorso multidisciplinare e interprofessionale, che prende in carico il paziente fibromialgico presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, parte l’8 marzo 2022 con un’attenzione alle pazienti fibromialgiche donne e coinvolge, inizialmente, algologi, fisiatri, reumatologi. Questo progetto – coordinato dalla dott.ssa Teresa Matarazzo, Responsabile del Progetto equità e della Medicina di genere del S. Anna – si svilupperà successivamente con ambulatori dedicati ed approcci integrati e rientra nel percorso aziendale di attenzione e sviluppo della Medicina di Genere e nella personalizzazione e umanizzazione delle cure.
Gli specialisti sono a disposizione delle pazienti fibromialgiche nelle giornate di martedì 8 marzo (al pomeriggio) e mercoledì 9 marzo (al pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30) presso gli ambulatori di terapia del dolore presso l’ospedale di Cona. Le visite saranno effettuate previa prenotazione telefonando allo 0532.239205, dalle 9.00 alle 13.00. Il numero di visite è limitato a 8 nelle due giornate.
Le cause e i meccanismi responsabili della fibromialgia non sono ancora stati pienamente chiariti. La diagnosi non è semplice, anche perché basata su sintomi caratteristici ma non specifici e, soprattutto, sull’esclusione di altre ipotesi diagnostiche. Non è ancora riconosciuta come malattia cronica e invalidante.
In Italia è stato recentemente destinato, nella legge di Bilancio 2022, un fondo di 5 milioni di euro per il 2022 per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia.
La malattia è più frequente nelle donne rispetto agli uomini e può svilupparsi a qualsiasi età. Alcuni dati epidemiologici stimano che almeno 900 mila persone possano soffrire di tale sindrome e, trasferendo queste percentuali in Emilia-Romagna, si può affermare che la popolazione affetta potrebbe essere compresa fra 66 mila e 89 mila abitanti.
Molte sono le criticità da affrontare nel suo trattamento: la scarsa conoscenza delle opzioni terapeutiche, la ridotta disponibilità di studi e di evidenza di efficacia di molteplici strategie terapeutiche, la diversa familiarità nelle modalità di somministrazione dei trattamenti raccomandati, l’assenza di un chiaro percorso assistenziale e le aspettative dei pazienti rispetto ai trattamenti.
Il Medico di Medicina Generale ha un ruolo importante nell’iniziale presa in carico della persona affetta da fibromialgia e solo successivamente, nei casi di incertezza della diagnosi o di mancata risposta al trattamento, deve essere coinvolto il reumatologo – prima – e quindi possibilmente un team multi professionale e interdisciplinare.
L’approccio al trattamento della fibromialgia è ampio: l’educazione del paziente, i trattamenti non farmacologici, l’attività fisica, l’attività aerobica regolare (a secco e in acqua calda), un approccio psicologico cognitivo comportamentale, l’agopuntura, la corretta nutrizione e il controllo del peso corporeo, l’ossigenoterapia iperbarica, un trattamento farmacologico analgesico appropriato, il possibile uso medico della Cannabis (nel rispetto del livello di sicurezza, ancora da approfondire).
In Emilia-Romagna l’approccio è multidisciplinare; aspetto definito anche da linee di indirizzo prodotte e condivise nel corso dei lavori di un tavolo tecnico costituito ad hoc e tenutosi in Regione. Risulta inoltre necessario non dimenticare il ruolo centrale delle associazioni dei pazienti nel promuovere e realizzare attività educative e di supporto.