Fibrillazione atriale. Oggi è possibile rilevarla con la misurazione della pressione del sangue

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La fibrillazione atriale non diagnosticata può avere gravi conseguenze, come l’ictus cerebrale e altre patologie cardiovascolari. Quando riscontrata la fibrillazione atriale deve essere trattata adeguatamente.
La Fondazione Arianna Anticoagulazione promuove una campagna di prevenzione

medico-visita-pressioneMilano, 16 marzo 2016 – In Italia sono quasi 600.000 le persone, prevalentemente anziane, che soffrono di fibrillazione atriale, un’aritmia spesso asintomatica che può avere come conseguenza l’ictus cerebrale, patologia invalidante e spesso letale. Circa il 20% degli ictus è causato da una fibrillazione atriale non diagnosticata. Oggi è possibile rilevarla grazie a semplici apparecchi elettronici che segnalano l’aritmia mentre si misura la pressione del sangue.

Dati scientifici recenti* dimostrano che lo screening attuale è insufficiente per rilevare la presenza di fibrillazione atriale nella popolazione generale. Il risultato è che la patologia è sottostimata e non viene curata adeguatamente in modo da prevenire, con una terapia anticoagulante, ictus ed embolia periferica.

La Fondazione Arianna Anticoagulazione promuove una campagna di sensibilizzazione, sulla conoscenza della patologia e sull’importanza della prevenzione effettuata con la misurazione della pressione presso gli studi medici o le farmacie con strumenti elettronici.

“Obiettivo della campagna – spiega il prof. Gualtiero Palareti, Presidente della Fondazione Arianna Anticoagulazione e Professore Malattie Cardiovascolari Università di Bologna – è informare la popolazione relativamente alla fibrillazione atriale, ai suoi rischi e alla necessità di una diagnosi tempestiva e mirata in quanto questa condizione può essere asintomatica. Inoltre, sensibilizzare i medici di medicina generale e i professionisti coinvolti sull’importanza della prevenzione delle complicanze tromboemboliche dovute alla fibrillazione atriale non adeguatamente trattata”. La popolazione anziana è quella potenzialmente più a rischio perché generalmente soffre di più patologie contemporaneamente.

“È importante che i cittadini siano consapevoli – continua il prof. Palareti – che la diagnosi tempestiva di fibrillazione atriale permette di trattarla adeguatamente con anticoagulanti, prevenendo potenziali gravi conseguenze”.

L’utilizzo di apparecchi specifici per rilevare l’aritmia, da parte dei medici di medicina generale e dei pazienti stessi, è il primo e fondamentale passo per scoprire se si è affetti da fibrillazione atriale e quali azioni intraprendere.

“La Fondazione Arianna Anticoagulazione, utilizzerà tutti gli strumenti della comunicazione, social media, siti web, tv e radio nazionali e locali, locandine – spiega il prof. Palareti – La campagna si rifà alla storia di Cappuccetto Rosso che percepisce una minaccia sconosciuta in agguato. La paura si dissolve nel momento stesso in cui la protagonista decide di voltarsi e saluta irriverente il suo nemico del cuore, divenuto ormai facilmente superabile grazie alla prevenzione e ai trattamenti. Proprio come avviene nella maggior parte dei casi quando la fibrillazione atriale è diagnosticata e curata per tempo”.

locandina-lupo-fondazione-arianna-anticoagulazioneLa campagna parte a marzo e continuerà per tutto il 2016, verrà rafforzata in occasione di giornate mondiali dedicate alle patologie; per esempio, ad aprile mese della prevenzione dell’ictus, a settembre per la giornata mondiale della fibrillazione atriale e a ottobre quando ci saranno le giornate mondiali della trombosi e dell’ictus.

Sarà presente sui social media e nei siti web, programmata su tv e radio, nazionali e locali. La locandina sarà esposta nella maggior parte delle farmacie italiane. Tutto questo per poter raggiungere il maggior numero di persone potenzialmente interessate: donne e uomini over 40, pazienti e familiari, medici di medicina generale, medici specialisti, farmacisti.

*Lo studio ISAF1 ha analizzato 6.036 pazienti con FA seguiti da MMG, solo il 46% di questi era in terapia anticoagulante, il 36,7% assumeva l’aspirina e il 17% circa non riceveva alcun trattamento antitrombotico.

fonte: ufficio stampa

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