Roma, 8 marzo 2021 – La festa della donna 2021 è carica, a parere dell’Anaao Assomed, di molteplici significati, sanitari, economici, sociali.
Nonostante difficoltà vecchie e nuove, le donne stanno offrendo una straordinaria prova di professionalità e abnegazione nella prima linea di contrasto al virus, nella quale rappresentano il 75% della forza lavoro. La pandemia in atto dimostra il valore, non solo formale ma sostanziale, della leadership femminile.
La sanità è donna, grazie a una crescita numerica che ne fa la maggioranza, anche tra i medici, nelle dotazioni organiche, nelle organizzazioni professionali, in qualche associazione sindacale, specialmente nelle fasce di età più giovani. E le donne della sanità stanno pagando il prezzo più alto in termini di contagio, carichi di cura, peggioramento delle condizioni di lavoro per turni senza fine in situazioni di aumentato rischio fisico e psicologico e crescita della complessità e intensità assistenziale.
Eppure – denuncia l’Associazione – le donne curanti continuano a essere estranee ai luoghi dove si formano le proposte strategiche, siano comitati tecnici che commissioni governative, che rimangono monchi di una visione femminile. Contratti di lavoro, leggi, culture e prassi rimangono arroccate a vecchi paradigmi, eludendo l’impegno di fare crescere rappresentanza e partecipazione delle nuove intelligenze professionali. Nelle democrazie, la questione della rappresentanza femminile non è solo descrittiva ma anche sostanziale e discriminanti positive, per quanto vissute con fastidio da molti uomini e da molte donne, possono rappresentare una forzatura necessaria.
Le donne della sanità – sottolinea l’Anaao Assomed – vogliono modifiche dell’organizzazione del lavoro che recuperino i valori professionali e rispettino i tempi di vita, un piano straordinario di infrastrutture sociali che realizzino politiche di riduzione del sovraccarico di lavoro familiare, la concreta possibilità di dedicare alla carriera le stesse energie dei colleghi uomini, senza arretramenti e senza essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro.
Non basteranno – conclude l’Anaao Assomed – operazioni di facciata che non valorizzino l’empowerment femminile come attribuzione e riconoscimento di potere. Occorre un’inversione radicale delle politiche fin qui adottate perché non è solo questione di donne ma dell’intero sistema sanitario. Il punto decisivo è rappresentato da come usciremo dalla pandemia e se il piano Next Generation EU potrà rappresentare la leva per un nuovo inizio, nella società come nella sanità, per “l’altra metà del cielo”.