Roma, 27 maggio 2020 – Siamo in un’altra fase della crisi sanitaria da Covid-19 e sul piano del potenziamento della sanità pubblica però sono molti i nodi irrisolti. Soprattutto per la formazione specialistica e l’accesso alla professione di migliaia di giovani medici, più che mai necessari al SSN anche in vista di eventuali nuove emergenze.
Questa la denuncia di Dario Calì, responsabile nazionale dell’area dei Precari di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, che con un appello si rivolge al ministro della Salute, Roberto Speranza: “Il Covid-19 ci ha insegnato molte cose del nostro paese, tra le più rilevanti due: il nostro SSN non è più in grado di sostenere i tagli che ha subito negli ultimi 30 anni da tutti i governi ma anche che la nostra sanità pubblica necessita di nuove leve”.
“Il Ministero – aggiunge – ha stanziato, come è noto, nuovi fondi per le scuole di specializzazione a copertura di ulteriori 4.200 posti. È singolare come sia necessaria un’emergenza per far smuovere qualcosa. Tuttavia questi ulteriori 4.200 posti non saranno sufficienti a garantire a tutti i colleghi, già bloccati nel limbo dell’imbuto formativo, l’ingresso in una scuola di specializzazione (la scelta poi della scuola desiderata è una vera utopia)”.
“Il nostro paese – sottolinea amaramente Calì – continua a vivere di emergenze. Forse è giunto il momento di avere una visione più lungimirante e smettere di ‘vivere alla giornata’, e forse è giunto il momento di ripensare il sistema della formazione specialistica e permettere ai giovani medici esclusi dalla formazione di poter concludere il proprio percorso di formazione anche al di fuori dei percorsi universitari canonici, realizzando percorsi alternativi ai reparti universitari con la formazione-lavoro negli ospedali”.
“In tal modo – spiega – si renderebbe giustizia anche a tutti i giovani professionisti che nel limbo del precariato e dei contratti a tempo determinato, in barba a ogni regolamento europeo, continuano a reggere il carico di un SSN sempre più pesante e senza i quali sarebbe sicuramente stato più complesso affrontare l’emergenza Covid”.
“A quei medici neoabilitati mandati negli ospedali Covid senza specializzazione in queste settimane, così come a tutti i precari – conclude Calì – continuerà anche quest’anno a non essere garantita la formazione di secondo livello. Garanzia che, come abbiamo già esposto in altre sedi, è responsabilità dello Stato, che ha investito milioni di euro per i 6 anni di corso di laurea a migliaia di studenti ma che a metà strada li ha irresponsabilmente abbandonati. Come Fismu chiediamo il riconoscimento del valore di queste migliaia di professionisti dando loro la possibilità di concludere la formazione per poter avere un futuro più stabile e una sanità pubblica più sana”.