Dott. Alberto Lapini, Presidente SIUrO: “Molte strutture sanitarie sono ancora alle prese con la pandemia ma possiamo riprendere a eseguire esami e trattamenti. Bene la telemedicina ma servono nuove regole”
Roma, 11 maggio 2020 – Dopo la pausa forzata, dovuta all’esplosione di contagi da Covid, gli uomini e donne con un tumore urologico riprenderanno a svolgere cure ed esami. “Nelle prossime settimane ci aspettiamo un aumento del 25% di pazienti nei nostri reparti ed ambulatori. La Fase Due sarà caratterizzata da un incremento del carico di lavoro che dovremo gestire garantendo sempre la piena sicurezza a malati e operatori sanitari”.
È quanto ha dichiarato, durante un webinar, il dott. Alberto Lapini, Presidente Nazionale della Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO). “La paura del Coronavirus negli ultimi due mesi ha tenuto lontano dagli ospedali i pazienti colpiti da tumore alla prostata, rene, vescica e testicolo – ha proseguito Lapini – Solo in alcune Regioni del Centro-Sud siamo riusciti a proseguire con la consueta assistenza. Adesso ci troviamo di fronte ad un nuovo ed imponente flusso di persone che necessitano di trattamenti, esami e controlli di follow up. Devono essere accolti e curati in strutture sanitarie che sono però ancora alle prese con una pandemia devastante. Sale d’attesa che accoglievano 50 persone ora con le nuove norme possono ospitarne al massimo 10. Come prima cosa il triage telefonico va svolto ogni settimana per pianificare le prestazioni medico-sanitarie ed evitare eccessivi afflussi. Fondamentale è poi l’avvio di programmi di test ed esami di screening specifici per i malati uro-oncologici. Per esempio, gli uomini sottoposti a biopsia per carcinoma alla prostata dovrebbero sempre fare il tampone per Covid sia prima che dopo l’esame. È una formula che è già stata applicata con successo, nei mesi scorsi, in alcuni reparti”.
“Molti interventi chirurgici che erano stati rinviati sono ora eseguibili – ha aggiunto il dott. Giario Conti, Segretario SIUrO – Ci aspettiamo così un aumento esponenziale delle degenze nei nostri reparti. A causa di problemi strutturali degli edifici non tutti gli ospedali sono riusciti ad organizzare zone isolate adibite solo ai pazienti Covid. Le operazioni quindi verranno scaglionate e i tempi d’attesa si prolungheranno. Ciò nonostante pensiamo di riuscire a eseguire tutti i trattamenti entro la fine dell’estate”. Durante il webinar di SIUrO ampio spazio è stato dedicato al tema della telemedicina.
“È lo strumento del futuro che sta sempre più dimostrando le sue enormi potenzialità – ha concluso Lapini – Grazie alle nuove tecnologie siamo riusciti a rimanere in contatto con pazienti, familiari e caregiver anche nelle settimane più difficili e tragiche della pandemia. Nel prossimo autunno potremmo ritrovarci in una situazione simile a quella che abbiamo vissuto a inizio pandemia. I contagi potranno salire bruscamente con l’arrivo della brutta stagione. Se gli ospedali torneranno ad essere saturi, ed interamente adibiti al Coronavirus, la medicina digitale rappresenterà di nuovo l’ancora di salvezza per molte persone. Vanno però meglio definite alcune modalità di utilizzo e stabilite nuove regole per evitare problemi medico-legali. Ci aspettiamo quanto prima delle indicazioni ad hoc da parte del Ministero della Salute”.