Fase 2, appello FISMU: “Contratto unico dei medici SSN”

Roma, 14 maggio 2020 – Mentre prosegue il dibattito sulla proposta di passaggio a dipendenza della medicina generale, tra sostenitori e detrattori, e in attesa di conoscere le nuove iniziative del Governo per tamponare la crisi sanitaria, e non solo, Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu ha riunito (online) la commissione dell’area della medicina territoriale e analizzato l’attuale situazione politica nella cosiddetta Fase 2 della pandemia. La commissione ha dato mandato alla segreteria nazionale Fismu di produrre un documento-manifesto per la riforma della sanità pubblica da inviare e condividere con tutte le sigle sindacali, le istituzioni ordinistiche, e da inviare al Governo, alle forze politiche e ai presidenti della Regioni.

Il segretario generale Fismu, Francesco Esposito, ha fatto il punto sui lavori rilanciando alcune questioni di grande attualità: “La vera priorità oggi è fare una iniziativa compatta e unitaria dei medici affinché i fondi europei, oggetto delle trattative tra il Governo Conte e le istituzioni comunitarie, siano accettati ‘senza se e senza ma’, senza ulteriori indugi, ed investiti come risorse aggiuntive nella sanità e soprattutto nei servizi territoriali. Nella cosiddetta Fase 2 non possiamo rischiare di essere travolti dal virus, senza sicurezza e organizzazione adeguata, sono in ballo le nostre vite, quelle dei nostri pazienti, la tenuta stessa del Paese”.

“Quindi – aggiunge – servono dispositivi di sicurezza adeguati, protocolli condivisi, anche di prescrizione dei farmaci, sburocratizzazione e informatizzazione delle ricette e delle certificazioni, attivazione effettiva delle USCA, riorganizzazione del lavoro degli ambulatori, messa in rete delle professionalità sul territorio e con l’ospedale, potenziamento dei dipartimenti di medicina di igiene e prevenzione, in questi anni smantellati”.

“Sul piano delle tutele – continua – insistiamo sul nodo Inail: serve un intervento del Governo e dell’Enpam che consenta il riconoscimento degli infortuni sul lavoro per il Covid anche ai medici convenzionati. Quindi l’istituzione di un fondo pubblico per i familiari dei camici bianchi vittime dell’epidemia ed una indennità di rischio adeguata per professionisti in prima linea”.

“Infine – aggiunge il segretario FISMU – vogliamo sgomberare il campo da un dibattito interessante ma che rischia di essere inattuale, quello sulla proposta di passaggio a dipendenza per i medici di medicina generale. Nell’immediato è difficile che il Paese sia disponibile a farsi carico, anche economicamente, di questa trasformazione, così come delle polemiche delle opposte fazioni. Ci sono altre priorità. Vogliamo anche ricordare che ancora oggi nel nostro Paese ci sono medici del 118 ai quali non è stato permesso transitare alla dirigenza e che lavorano fianco a fianco con altri loro colleghi, con gli stessi oneri, ma senza le stesse tutele. Si cominci con dare risposte a questa ingiustizia già nel prossimo decreto legge ‘Rilancio’ (o nella sua conversione a legge): è urgente”.

“Ma ritornando alla polemica di questi giorni – conclude Esposito – serve una terza via, in prospettiva, e cioè un nuovo contratto unico di tutti i medici del SSN. Ed è vero però anche che è necessaria, oggi, una nuova organizzazione del territorio e delle cure primarie e dell’urgenza-emergenza, con risorse adeguate e quindi con nuovi strumenti normativi, perché così non funziona. In questa sede vogliamo allora rilanciare una proposta: si vada verso un contratto unico dei medici e intanto si definisca una cornice nazionale nella quale si possa aprire una fase contrattuale che metta assieme la dirigenza e l’attuale area della convenzionata. E si parta intanto dall’uniformare ed estendere alcuni istituti: ruolo e accesso unico, tempo pieno, tutela della maternità, sicurezza e diritti per tutti. E in premessa a questo processo, riforma della formazione, la medicina generale deve essere una specializzazione, ma anche stabilizzazione di tutte le forme di precariato (camici grigi, equipollenti ed equivalenti, 118)”.

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