Farmaci salvavita, prezzi aumentati del 1.500%. La Ue non intende occuparsi del problema

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Bruxelles, 30 marzo 2017 – Aumento ingiustificato fino al 1.500 per cento del costo di alcuni importanti farmaci salvavita e antitumorali distribuiti in Italia. Sull’importante questione, la Commissione europea ha risposto ad un’interrogazione degli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini e Eleonora Evi.

I due eurodeputati avevano chiesto alla Ue di intervenire valutando l’eventuale apertura di una procedura di indagine che potesse mettere fine alla gravissima violazione commessa in Italia dalla multinazionale francese Aspen Pharma.

L’interrogazione era stata presentata dopo che ad ottobre scorso l’Autorità antitrust italiana aveva multato Aspen Pharma per 5 milioni di euro per aver abusato della sua posizione dominante e per aver fissato prezzi esorbitanti per vari farmaci salva-vita e antitumorali.

Nella risposta, la Commissione Ue, pur ammettendo di condividere la decisione dell’antitrust italiana di infliggere la multa ad Aspen Pharma, ha fatto sapere che “a prima vista non sembra suffragare l’utilità di un’eventuale indagine della Commissione sulle questioni cui gli onorevoli deputati fanno riferimento. Tuttavia, un’eventuale indagine deve necessariamente essere effettuata caso per caso tenendo conto di tutti i fatti e le circostanze pertinenti”.

“La risposta – hanno dichiarato Pedicini ed Evi – non ci soddisfa, e appare ambigua e contradditoria, perché la Commissione, nonostante sia responsabile del monitoraggio delle pratiche concorrenziali nel settore farmaceutico degli Stati membri, dichiara che non intende avviare un’eventuale indagine, senza aver prima acquisito le informazioni necessarie dall’Italia, e poi perché risulta alquanto strano che prima afferma di essere d’accordo con l’antitrust italiana e poi sostiene che non ci sono elementi per aprire un’indagine”.

“Atteggiamenti come questi, su tematiche così importanti – hanno sottolineato i due eurodeputati pentastellati – allontanano le istituzioni europee dai problemi reali dei cittadini e fanno aumentare la sfiducia verso Bruxelles. Per quanto ci riguarda – hanno detto Pedicini ed Evi – non ci fermeremo e continueremo ad occuparci della questione utilizzando tutti gli strumenti e le possibilità di denuncia di cui possiamo disporre”.

Va aggiunto che nella risposta la Commissione ha anche sostenuto che “spetta alla Ue monitorare i settori economici, compreso quello farmaceutico, per quanto riguarda le pratiche anticoncorrenziali. Pertanto, possibili abusi di posizione dominante da parte di un’impresa nel settore farmaceutico rientrano nell’ambito di intervento della Commissione ai sensi dell’articolo 102 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue)”.

fonte: ufficio stampa

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