Farmaci innovativi, FIMMG-SIMG: “Una vergogna non farli prescrivere ai Medici di Medicina Generale”

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Roma, 20 giugno 2017 – “Sul tema della prescrizione dei farmaci innovativi l’onorevole Federico Gelli ha sollevato un problema che ormai provoca solo imbarazzo nel nostro servizio sanitario nazionale”. E’ quanto dichiarano Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) e Silvestro Scotti segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (FIMMG).

“Da molti anni per una decisione cervellotica e priva di alcun senso logico, clinico ed economico, la prescrizione dei farmaci innovativi è stata inibita ai medici di medicina generale sulla base di considerazioni prive di sostanza clinica e sanitaria – proseguono Cricelli e Scotti – Questa decisione perdura tuttora e ha portato danni incalcolabili alla salute dei cittadini, a cui è stato di fatto impedito l’accesso alle cure di patologie importanti come il diabete e le malattie cardiovascolari”.

“Ha ragione Gelli quando afferma che questa situazione è solo italiana. Aggiungiamo – aggiungono Cricelli e Scotti – che a causa di questa assurdità i medici di medicina generale non hanno più accesso all’informazione scientifica e alla conoscenza sui nuovi farmaci cosiddetti innovativi, molti dei quali sono stagionati e già invecchiati. Addirittura si paventa oggi l’inibizione a prescrivere classi di farmaci per le patologie respiratorie croniche rispetto alle quali la medicina generale è l’unico comparto medico in grado di reggere l’impatto della cronicità crescente”.

“Proviamo imbarazzo e vergogna nel confrontarci con i nostri colleghi di tutto il mondo – sottolineano i due dottori – Siamo considerati i paria del SSN, ci viene richiesta la presa in carico di tutti i cittadini italiani, delegando però ai soli specialisti la prescrizione di farmaci per i quali siamo perfettamente in grado svolgere un adeguato percorso informativo e formativo, anche in collaborazione con altri professionisti coinvolti nel medesimo processo di cura. Una visione di povertà culturale dei medici di famiglia e di sudditanza ad altre aree della professione medica sta alla base delle norme vessatorie che impediscono la prescrizione di farmaci così importanti per la salute dei cittadini”.

“Bisogna cambiare strada, e non solo per il diabete. La scarsa considerazione della medicina generale tuttavia non riguarda solo la prescrizione dei farmaci. È la conseguenza di una visione ottusa e retriva della medicina generale che ancora ostinatamente persiste in alcuni settori e in alcune Regioni di questo Paese, che utilizzano il pretesto della appropriatezza per impedire l’armonico e indispensabile sviluppo delle cure primarie, limitandone in ogni modo e con ogni mezzo le enormi capacità ancora inespresse per migliorare l’assistenza e la cura dei cittadini sul territorio – concludono Cricelli e Scotti – Segnali incoraggianti ci vengono oggi inviati da Mario Melazzini, direttore generale dell’Agenzia del Farmaco, al quale riconosciamo il merito di aver compreso l’inutilità e la incongruenza di queste scelte regolatorie del passato, anacronistiche, oltre che dannose nelle circostanze attuali”.

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