Roma, 24 gennaio 2017 – Dopo aver bocciato il sistema di calcolo importato dall’industria manifatturiera per valutare il fabbisogno di medici del Ssn, anche per far fronte all’obbligo di rispettare l’orario di lavoro europeo, l’Anaao promuove il “modello Veneto”, adottato con delibera della Giunta Regionale del 31 dicembre 2016, fondato su una diversa, e condivisa, ipotesi metodologica.
Il modello adottato dal Veneto si basa sull’individuazione di standard minimi di sicurezza, adeguati e specifici per ogni disciplina specialistica, correlati al ruolo di ciascun ospedale nella rete ospedaliera ed ai bacini di utenza. Invece, la Commissione mista Regioni-Ministero della Salute parte dalla definizione a priori di tempi medi di esecuzione delle prestazioni sanitarie, calcolati in rapporto alla valutazione teorica della complessità con criteri solamente di indicatori economici. Ritenendo adeguato per la sanità il “modello di lavoro fordista”, caratterizzato da catene di montaggio e tempi medi standard di produzione di ciascun pezzo, introdotto nelle fabbriche automobilistiche all’inizio del ‘900!
L’Anaao Assomed da sempre sostiene che la salvaguardia del diritto alla salute non possa limitarsi solamente all’individuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza e ad alcuni indirizzi generali su prevenzione, diagnosi e cure di alcune malattie, ma necessiti, oltre che di adeguati finanziamenti e di standard di programmazione realistici, anche della definizione nazionale di livelli minimi di sicurezza clinica ed organizzativa.
La Regione Veneto ha il merito di avere accolto le proposte dell’Anaao Assomed, sostenute anche dalla gran parte delle organizzazioni sindacali regionali di categoria, rigettando modelli organizzativi che non tengono conto della complessità del sistema sanitario e della individualità di ogni paziente.
Si dimostra, così, sia che la metodologia teorica ipotizzata è suscettibile di avere attuazione pratica, sia che la collaborazione tecnica fra Regioni e organizzazioni sindacali di professionisti può essere foriera di innovazioni vantaggiose, anche dal punto di vista del risultato economico, più facilmente perseguibile con l’attuazione di modelli organizzativi delle attività, piuttosto che con l’utilizzo miope di metodologie tipiche delle industrie automobilistiche.
Ci auguriamo che l’intesa raggiunta tra Regione Veneto ed organizzazioni sindacali dei professionisti sia di esempio per il Ministero della Salute e le altre Regioni, al fine anche di evitare situazioni esecrabili, quali quelle che da tempo caratterizzano molti Pronto Soccorso italiani.
fonte: ufficio stampa