Etna, mappate le zone a maggiore pericolosità sismica. Studio INGV

L’attività di ricerca e monitoraggio dell’Istituto fondamentale per la mappatura statica e interattiva delle “microzone omogenee” delle faglie attivate con il terremoto del 26 dicembre 2018

Roma/Acireale, 31 agosto 2020 – Il 26 dicembre 2018 una scossa sismica di magnitudo Mw 4.9 ha interessato il fianco sud-orientale dell’Etna, causando ingenti danni alle zone urbane di nove comuni etnei.

Su impulso del Commissario Straordinario designato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la ricostruzione dell’area etnea, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha messo a disposizione l’esperienza di ricercatori altamente specializzati nel rilevamento geo-strutturale e nella pianificazione territoriale di aree vulcano-tettoniche attive, per l’elaborazione di una mappa statica ed interattiva (WebGIS) delle “microzone omogenee” delle faglie etnee attivate dal sisma del 2018, pubblicata nei giorni scorsi dal Commissario.

La mappa è frutto del lavoro di un team di esperti coordinato da Marco Neri, ricercatore dell’INGV in comando presso la Struttura Commissariale, e composto anche da geologi del Genio Civile di Catania e dell’Agenzia Invitalia. Nella mappa si individuano sia le faglie che si sono attivate in occasione del sisma, sia le zone di maggiore pericolosità sismica nel territorio, distinguendole in Zone di Attenzione (ZAFAC), Zone di Suscettibilità (ZSFAC) e Zone di Rispetto (ZRFAC).

Il team di ricercatori e professionisti individuati dal Commissario ha lavorato confrontando i rilievi geostrutturali di terreno con i numerosi studi (aerofotogrammetrici, geofisici, satellitari) pubblicati su riviste scientifiche nazionali ed internazionali e avvalendosi, inoltre, dei dati acquisiti dal gruppo specializzato EMERGEO dell’INGV. Tutte le fasi dello studio sono state condivise con il Dipartimento della Protezione Civile nazionale e della Regione Siciliana.

“Questa esperienza è stata particolarmente importante – ha dichiarato Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV – giacché la ricerca scientifica è stata letteralmente ‘applicata’ al territorio, traducendo in una forma comprensibile alcune attività di studio estremamente complesse e condotte dall’INGV, offrendole a tutta la popolazione con risvolti di grande utilità pubblica”.

“Si tratta di un risultato importante ed imprescindibile per la Struttura Commissariale e per le popolazioni terremotate, poiché consente di procedere rapidamente ed in sicurezza alla ricostruzione del territorio interessato dal sisma”, ha dichiarato il Commissario Salvatore Scalia.

“Le persone sono consapevoli della pericolosità geo-vulcanologica e sismica dell’Etna, ma il sisma del 26 dicembre 2018, diversamente da altri eventi del passato, ha prodotto anche una vistosa “fagliazione superficiale” del territorio che è stato possibile mappare con precisione, delle vere e proprie spaccature del terreno che si sono propagate anche nelle aree urbanizzate, danneggiandole gravemente”, ha proseguito Marco Neri.

In questi casi, quindi, per una ottimale gestione del territorio si deve tener conto non soltanto dello ‘scuotimento’ generato dal sisma ma, altresì, considerare l’esistenza delle fratture superficiali che hanno prodotto una deformazione permanente del suolo e che condizionano, quindi, le scelte da operare nella pianificazione della ricostruzione.

Per la migliore conoscenza e diffusione possibile dei risultati raggiunti dall’importante lavoro, la mappa è stata pubblicata sul sito del Commissario ed alcuni contenuti sono stati digitalizzati, semplificati e resi disponibili anche attraverso un’applicazione WebGIS, ovvero mediante una elaborazione grafica di immediata comprensione e facilmente accessibile attraverso qualunque supporto informatico, compreso i comuni smartphone.

Il WebGIS permette di ‘navigare’ sul territorio scegliendo tra diversi tipi di visualizzazione geografica, evidenziando le faglie e le zone pericolose ed individuando la posizione di un determinato sito di interesse, come la propria casa, semplicemente digitando il suo indirizzo nell’apposita casella dell’applicazione.

La mappa interattiva sarà eventualmente aggiornata man mano che verranno acquisite le ulteriori risultanze delle indagini geologiche e geofisiche previste dal Commissario per ogni singola istanza di contributo per la ricostruzione.

“La mappa risulta quindi importante sia per la gestione dell’attuale fase di ricostruzione delle zone terremotate, sia per la pianificazione territoriale futura dei siti interessati”, ha concluso il Commissario Scalia.

Link alle Mappe delle microzone omogenee delle faglie attive e capaci (FAC): https://commissariosismaareaetnea.it/ente/mappe-delle-microzone-omogenee-delle-faglie-attive-e-capaci-fac/

La versione WebGIS della mappa: https://www.google.com/maps/d/u/0/viewer?mid=1F_HUn42gRj1lUo0Vhy1wo6TgRMiafEXY&ll=37.64593733827182%2C15.114300471249855&z=14

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