Analisi paleomagnetiche hanno permesso di datare in maniera assoluta le colate laviche che investirono Catania in epoca Olocenica, evidenziando la relazione esistente tra l’attività eruttiva dell’Etna e gli insediamenti umani preistorici
Roma-Catania, 23 giugno 2021 – Una nuova ricerca ha consentito di datare per la prima volta in maniera assoluta le colate laviche di epoca preistorica dell’area urbana di Catania, chiarendo le relazioni esistenti tra le eruzioni dell’Etna di epoca Olocenica e la storia degli insediamenti umani nell’area alle pendici del vulcano.
Gli studi sono stati effettuati sulle colate laviche di Barriera del Bosco, Larmisi e San Giovanni Galermo, situate nel distretto urbano di Catania, utilizzando tecniche di datazione paleomagnetica. La ricerca “Paleomagnetic dating of pre-historic lava flows from the urban district of Catania (Etna volcano, Italy)” è stata condotta da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre, e appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Geological Society of American Bulletin.
In particolare, questo studio è frutto della collaborazione fra i ricercatori dell’INGV delle Sezioni di Catania e Roma2 che dal 2004 sono impegnati nelle datazioni delle colate laviche storiche per la carta geologica dell’Etna, pubblicata nel 2011. Attraverso questi studi, si è proseguito poi per approfondire le conoscenze dell’attività eruttiva dell’Etna in epoca preistorica, sviluppando le analisi nel Laboratorio di Paleomagnetismo dell’INGV di Roma, che costituisce il principale laboratorio paleomagnetico italiano ed uno dei più rinomati a livello internazionale.
“Confrontando le direzioni paleomagnetiche registrate dai flussi di lava con i modelli geomagnetici di riferimento aggiornati per l’Olocene, abbiamo potuto datare la colata di Barriera del Bosco come la più antica delle tre analizzate – spiega Stefano Branca, Direttore dell’Osservatorio Etneo dell’INGV e co-autore dello studio – Grazie ai risultati ottenuti abbiamo quindi potuto datare paleomagneticamente negli intervalli di tempo compresi tra 11.234 e 10.941 e tra 8.395 e 8.236 anni fa il più antico evento eruttivo di epoca Olocenica dell’Etna che abbia raggiunto l’attuale distretto urbano di Catania”.
Questa ricerca risulta di particolare importanza dal punto di vista della ricostruzione geologica del passato della città di Catania in quanto, per i vulcani attivi le cui pendici sono abitate fin dalla preistoria, la determinazione dell’età delle eruzioni storiche rappresenta un elemento chiave per indagare le relazioni tra fenomeni eruttivi e insediamenti umani.
“Durante i suoi quasi tre millenni di storia, Catania, la più grande città situata ai piedi dell’Etna, fu raggiunta solo una volta – nel 1669 – da una grande colata di lava prodotta da un’eruzione nel fianco sud-orientale del vulcano: la più grande eruzione laterale etnea documentata in epoca storica – prosegue Branca – Tuttavia, come abbiamo definito nella carta geologica dell’Etna, altre colate laviche avevano già raggiunto l’area dell’odierno distretto urbano durante la Preistoria, prima della fondazione della città avvenuta in epoca greca, tra il 729 e il 728 a.C.”.
Le indagini paleomagnetiche hanno interessato ben 12 siti distribuiti nell’hinterland della città siciliana.
“Le direzioni paleomagnetiche misurate negli altri due flussi di lava analizzati, quelli di Larmisi e San Giovanni Galermo, risultano coincidenti, implicando che l’età di messa in posto è in realtà la stessa, con un margine di errore statistico non superiore ai 100-200 anni. Questo dato, insieme alle evidenze geologiche, geochimiche e petrologiche, implica che le due colate laviche possano essere considerate parti di un unico grande campo lavico eruttato in una finestra temporale compresa tra 5.494 e 5.387 anni fa. Questo vasto campo lavico potrebbe quindi aver sepolto diversi insediamenti neolitici, spiegando così la scarsa presenza di siti archeologici di quell’epoca rinvenuti nella città di Catania”, conclude Stefano Branca.
Link all’articolo: https://doi.org/10.1130/B36026.1
Fig. 1 – Ripresa aerea da sud della città di Catania sullo sfondo l’Etna
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Etna, the prehistoric lava flows dated for the first time in the urban area of Catania
Paleomagnetic analyses have made it possible to date the lava flows that hit Catania in the Holocene Epoch in an absolute way, highlighting the relationships between the eruptive activity of Etna and prehistoric human settlements
Rome-Catania, June 23, 2021 – A new research has made it possible to date for the first time in an absolute way the lava flows of the prehistoric era of the urban area of Catania, clarifying the relationships existing between the eruptions of Etna in the Holocene Epoch (last 12,000 years) and the history of human settlements in the area at slopes of the volcano.
The studies were carried out on the lava flows of Barriera del Bosco, Larmisi and San Giovanni Galermo, located in the urban district of Catania, using paleomagnetic dating techniques. The research “Paleomagnetic dating of pre-historic lava flows from the urban district of Catania (Etna volcano, Italy)” was conducted by a team of researchers from the National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) in collaboration with Roma Tre University, and just published in the prestigious scientific journal Geological Society of American Bulletin.
In particular, this study is the result of the collaboration between INGV researchers of the Catania and Roma2 Sections who since 2004 have been engaged in dating the historical lava flows for the geological map of Etna, published in 2011. Through these studies, researchers continued to deepen the knowledge of the eruptive activity of Etna in prehistoric ages, developing the analysis in the INGV’s Laboratory of Paleomagnetism in Rome, which is the main Italian paleomagnetic laboratory and one of the most renowned at international level.
“By comparing the paleomagnetic directions recorded by the lava flows with the geomagnetic reference models updated for the Holocene, we were able to date the Barriera del Bosco flow as the oldest of the three analyzed – explains Stefano Branca, Director of the INGV’s Etna Observatory and co-author of the study – Thanks to the results obtained, we were therefore able to paleomagnetically date the oldest eruptive event on Etna that reached the current urban district of Catania in the Holocene era in the time intervals between 11,234 and 10,941 and between 8,395 and 8,236 years ago”.
This study is of particular importance from the point of view of the geological reconstruction of the past of the city of Catania since, for the active volcanoes whose slopes have been inhabited since prehistoric ages, the determination of the age of historical eruptions represents a key element to investigate the relationships between eruptive phenomena and human settlements.
“During its nearly three millennia of history, Catania, the largest city located on the slopes of Mount Etna, was reached only once – in 1669 – by a large lava flow produced by an eruption in the south-eastern side of the volcano: the largest Etna lateral eruption documented in historical times – continues Branca – However, as we defined in the geological map of Etna, other lava flows had already reached the area of today’s urban district during Prehistory, before the foundation of the city in the Greek era, between 729 and 728 BC”.
The paleomagnetic investigations involved 12 sites distributed in the hinterland of the Sicilian city.
“The paleomagnetic directions measured in the other two lava flows analyzed, those of Larmisi and San Giovanni Galermo, coincide considering statistical uncertainties, implying that the age of emplacement is actually the same, with a statistical margin of error not exceeding 100-200 years. This, together with geological, geochemical and petrological evidence, implies that the two lava flows can be considered parts of a single large lava field that erupted in a time window between 5,494 and 5,387 years ago. This vast lava field could therefore have buried several Neolithic settlements, thus explaining the scarce presence of archaeological sites from that time found in the city of Catania”, concludes Stefano Branca.
Fig. 1 – Aerial shot from the south of the city of Catania with Mount Etna in the background