In occasione della Giornata mondiale del bambino africano l’Organizzazione lancia l’allarme per i bambini che in Etiopia stanno sopportando il peso di una crisi straziante per la siccità prolungata, estesa e debilitante che indebolisce le loro capacità di recupero già logorate dal conflitto e da due anni di pandemia. Save the Children chiede urgentemente alla comunità internazionale nuovi fondi per rispondere alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie in tutta l’Etiopia
Roma, 17 giugno 2022 – Nell’Etiopia orientale e sudorientale i tassi di malnutrizione sono aumentati vertiginosamente negli ultimi mesi a causa della siccità, del conflitto e degli sfollamenti e, secondo le stime, circa 185.000 bambini soffrono ormai della forma più letale di malnutrizione. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in occasione della Giornata mondiale del bambino africano.
Una prolungata siccità, unita all’interruzione dei servizi sanitari a causa dell’instabilità, della pandemia di Covid-19 e della mancanza di fondi, ha esposto più di un milione di persone alla necessità di un supporto nutrizionale urgente nelle regioni Sud-Ovest, Somali, Oromia e SNNP.
Per i prossimi mesi è previsto un peggioramento della situazione di malnutrizione estrema a causa dell’aumento del costo dei generi alimentari, in crescita per la svalutazione della valuta etiope e della guerra in Ucraina, mentre il bestiame delle famiglie di pastori continua a perdere valore a causa di una delle peggiori siccità della storia del Corno d’Africa che ha decimato le loro mandrie.
Nella regione somala dell’Etiopia orientale, una delle più colpite dalla siccità, i tassi di malnutrizione negli ultimi 12 mesi sono aumentati del 64%, con un incremento del 43% solo tra gennaio e aprile 2022. Negli stessi tre mesi, i casi totali di malnutrizione acuta grave – la forma più letale di malnutrizione nei bambini – hanno raggiunto quasi quota 50.000.
La malnutrizione acuta grave è una condizione che mette in pericolo la sopravvivenza, indebolisce in modo significativo il sistema immunitario dei bambini con il rischio che ogni ulteriore complicazione sanitaria o infezione si riveli letale, e richiede un trattamento urgente.
Nella zona di Dawa nel Somali, gli operatori di Save the Children hanno constatato che gran parte della comunità nomade pastorale è ormai sull’orlo della fame. Il numero di persone che si rivolgono ai centri nutrizionali dell’Organizzazione per il trattamento della malnutrizione è aumentato di oltre il 320% da settembre 2021 a gennaio 2022. Molti bambini fanno un solo pasto al giorno.
Sempre nella regione Somali, a Shabelle, un’altra area duramente colpita dalla siccità e dalla fame, le comunità agricole hanno notato comportamenti insoliti degli animali, tra cui casi di attacchi a bambini e bestiame da parte di scimmie affamate.
“Non so come nutrire i miei figli. Non ha piovuto e l’erba è appassita. Le mie pecore e le mie capre sono morte insieme a centinaia, migliaia di animali del nostro villaggio. Abbiamo caricato quel poco che ci è rimasto su un carro trainato da un asino e siamo partiti a mezzanotte”, racconta Ahmed, 40 anni, padre di sette figli che vive nel Somali in Etiopia, dopo aver perso il suo bestiame a causa della siccità e lasciato il suo villaggio con i figli in cerca di cibo e acqua altrove.
Nel sud e nell’est del Paese, la siccità prolungata continua a espandersi e a devastare vite e mezzi di sussistenza per circa 8,1 milioni le persone. In tutto il Paese, si stima che quasi 30 milioni di persone, un quarto della popolazione, abbiano bisogno di assistenza umanitaria, e tra questi 12 milioni sono bambini.
L’Etiopia e gli altri Paesi del Corno d’Africa, Somalia e Kenya, sono colpiti da una grave siccità indotta dalla crisi climatica. Più di 23 milioni di persone soffrono la fame estrema nei tre Paesi, e 5,8 milioni di bambini sono gravemente malnutriti.
“In Etiopia, i bambini, soprattutto quelli piccoli, stanno sopportando il peso di una crisi straziante. Una siccità prolungata, estesa e debilitante sta indebolendo la loro capacità di recupero già logorata da un conflitto estenuante e da due anni di pandemia Covid-19”, afferma Xavier Joubert, Direttore di Save the Children in Etiopia.
“Purtroppo, nel 2022, la crisi in questo paese è cresciuta in complessità ed ampiezza. Nel sud e nell’est, la siccità prolungata sta devastando vite e mezzi di sostentamento. Nel nord, milioni di famiglie sfollate hanno a malapena accesso al cibo, ai servizi sanitari e ai mezzi di sostentamento. Nel sud-ovest, invece, un conflitto nascosto sta sfollando centinaia di migliaia di persone. Le famiglie che sono fuggite dalla siccità o dal conflitto sono partite portando con sé pochissime cose, alcune con i propri figli e i pochi vestiti che hanno. Le famiglie che stanno tornando a casa trovano le loro case, gli ospedali e le scuole danneggiate o distrutte, e i loro mezzi di sostentamento perduti”.
Save the Children chiede urgentemente ai donatori nuovi fondi per rispondere alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie in tutta l’Etiopia. L’Organizzazione è stata una delle prime ad intervenire nell’area di conflitto nel nord del Paese e ha programmi di risposta in tutto il Paese. Nelle regioni di Somali e Oromia, gli operatori di Save the Children stanno aiutando migliaia di famiglie colpite dalla siccità, ma sono urgentemente necessari ulteriori finanziamenti per espandere le attività in modo da soddisfare esigenze umanitarie che crescono in modo esponenziale.
Save the Children opera in Etiopia da oltre 60 anni ed è stata tra i primi a rispondere al conflitto nelle regioni del Tigray, Amhara e Afar continuando a fornire assistenza umanitaria durante le crisi pro-lungate nelle regioni di Oromia e Somali. L’Organizzazione è fortemente impegnata nella tutela della salute e della nutrizione, dell’igiene e dell’accesso all’acqua, nei servizi di protezione, di sostegno all’istruzione e di sostegno economico per bambini più vulnerabili e per le loro famiglie.