La Società Italiana di Neurologia invita pazienti e caregiver ad adottare alcuni accorgimenti per evitare di andare incontro a eventi sfavorevoli
Roma, 4 agosto 2020 – L’estate rappresenta generalmente un importante momento di svago e di relax, ma per le persone con Malattia di Parkinson (MP), circa 300.000 in Italia, può essere fonte di problematiche che devono essere necessariamente affrontate.
“Le persone con Malattia di Parkinson – afferma il prof. Mario Zappia, Direttore della Clinica Neurologica dell’AOU “Policlinico Vittorio Emanuele” di Catania – possono andare incontro a variazioni della loro condizione clinica in funzione delle variazioni climatiche tipiche dell’estate: le alte temperature, ad esempio, possono portare ad un peggioramento dell’ipotensione ortostatica, ossia a un brusco calo della pressione quando si assume la posizione eretta, come già stato riportato da uno studio giapponese”.
“Tuttavia – prosegue il prof. Zappia – un recente studio multicentrico europeo (Van Wamelen et al. 2019) ha dimostrato che molti sintomi non motori della MP possano addirittura migliorare in estate, come i sintomi cardiovascolari che, differentemente da quanto atteso, migliorano con il clima estivo”.
Per questa ragione, la Società Italiana di Neurologia invita pazienti e caregiver ad adottare alcune precauzioni per evitare di andare incontro a eventi sfavorevoli, semplici accorgimenti suggeriti dalla Michael J. Fox Foundation e dalla Parkinson Foundation.
Proteggere la pelle dall’esposizione solare. È noto che i pazienti con MP hanno un aumentato rischio di sviluppare un melanoma della pelle. L’uso di creme protettive (protezione >30) è assolutamente consigliato per evitare lo sviluppo di questa patologia, anche se non ci si dovesse esporre direttamente alla luce solare.
Idratazione. Il caldo estivo può causare disidratazione ed esacerbare le condizioni ipotensive associate alla MP. È assolutamente raccomandabile assumere dagli 8 ai 12 bicchieri d’acqua al giorno.
Farmaci. Per chi dovesse andare in vacanza, è bene fare un approvvigionamento di farmaci per tutto il periodo previsto, portando con sé le prescrizioni originali. Se si prevede di non potere assumere i farmaci agli orari previsti è meglio anticipare le dosi piuttosto che saltarle completamente. Gli orari devono essere rispettati adattandoli ad un eventuale nuovo fuso orario e mantenendo gli intervalli fra le dosi.
Luoghi di vacanza. Se si va in vacanza in un luogo al di fuori della propria residenza per un periodo prolungato è bene conoscere eventuale punti di riferimento sanitari e specialistici locali.
Riposo. È consigliabile avere un giorno di riposo prima del viaggio e dopo essere arrivati nel luogo di vacanza per consentire un migliore adattamento.
Pazienti con impianti di stimolazione cerebrale profonda (DBS) e aeroporti. I “metal detector” presenti negli aeroporti non danneggiano l’impianto di stimolazione cerebrale. Tuttavia, poiché nel passaggio attraverso il “metal detector” si potrebbe verificare un transitorio aumento della stimolazione, onde evitare tale problema, potrebbe essere necessario spegnere lo stimolatore. A tal fine è bene portare con sé il programmatore dello stimolatore e la relativa documentazione.
DBS e nuoto. I pazienti con DBS, in base a quanto riportato recentemente da uno studio svizzero (Waldvogel et al. 2020), possono andare incontro ad un peggioramento della loro capacità di nuoto. Questo studio è stato condotto in pazienti che avevano una buona capacità natatoria prima dell’intervento di DBS (in alcuni casi partecipavano a competizioni di nuoto) e queste abilità peggioravano dopo la DBS. È interessante però notare che tutti i pazienti di questo studio hanno riportato difficoltà a nuotare soltanto in un ambiente lacustre (lago di Zurigo). È possibile che tale condizione sia differente per i pazienti con DBS che nuotano in mare? Forse sì, e se così dovesse essere, i mari italiani sono bellissimi … buona estate!