Escalation di violenza negli ospedali, Ugl Sanità e Medici: “Basta con le parole, occorrono i fatti”

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Catania, 6 agosto 2018 – “Non possiamo che apprezzare la dichiarazione del ministro della Salute Giulia Grillo, dopo gli ultimi episodi di violenza a danni di sanitari in due ospedali. Parole che sicuramente vanno nella direzione di ciò che la Ugl dalla Sicilia propone da oltre un anno, ovvero più controllo da parte delle forze dell’ordine, impiego dei militari dell’esercito in un’operazione denominata “Ospedali sicuri” come estensione dell’ottimo progetto “Strade sicure”, deciso inasprimento delle pene previste dal codice per chi è autore delle aggressioni, maggiore chiarezza sulla funzione di pubblico ufficiale per coloro che operano nel campo sanitario, campagne di sensibilizzazione sulla figura dei medici, degli infermieri e di coloro che lavorano nelle strutture ospedaliere. Finalmente qualcosa inizia a muoversi, ma adesso bisogna dire basta alle parole e passare ai fatti!”.

Lo dichiarano i segretari regionali della Ugl sanità e della Ugl medici, Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri, che aggiungono: “Ben venga la presa di posizione anche del Consiglio dei Ministri, che venerdì sarà chiamato ad approvare il disegno di legge che contiene una serie di disposizioni a salvaguardia dei sanitari, e auspichiamo che il parlamento sia celere nell’accogliere e votare il testo prodotto dal più alto organo di governo nazionale. Per questo ci auguriamo che la tutela del personale sanitario sia, per l’esecutivo e per le camere, una priorità e non uno slogan, perché c’è estremo bisogno di azioni urgenti prima che sia troppo tardi, così come prioritaria deve essere in Sicilia e nel resto d’Italia la rivalutazione delle piante organiche (ridotte oggi all’osso) con l’incremento dei dipendenti anche attraverso l’indizione di nuovi concorsi. È l’ennesimo grido di allarme che lanciamo, dalla nostra isola che è purtroppo la terra, la stessa del ministro Grillo, maggiormente colpita dalla problematica, poiché il clima ormai è sempre più pesante ed i colleghi non possono continuare a prestare un servizio salva vita, continuando a lavorare ed operare con il terrore che possano essere vittime di violenza”.

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