Ernia diaframmatica, bimbo nasce con organi addominali nel torace. Salvato all’Aou Senese

Siena, 17 gennaio 2020 – Un intervento complesso e tra i pochi in Italia, effettuato al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, salva bambino nato con gli organi addominali nel torace a causa di un’ernia diaframmatica. Il delicato intervento è stato effettuato dall’équipe di Chirurgia pediatrica, diretta dal prof. Mario Messina, in collaborazione con l’ospedale di Arezzo dove è nato il bambino.

Mario Messina e Francesco Molinaro

“Appena nato – spiega il professor Messina – i colleghi di Arezzo si sono subito resi conto del problema e si sono attivati per stabilizzare il distress respiratorio del bambino, mettere in sicurezza il piccolo e organizzare il trasferimento a Siena. Il neonato – prosegue Messina – è stato operato in toracoscopia, una procedura chirurgica mininvasiva che con tre fori nell’addome, due da 3 millimetri e uno da 5 millimetri, ha permesso di riposizionare gli organi interni, in particolare spostando dal torace il colon e l’intestino e mettendoli al loro posto nell’addome, e di chiudere l’ernia diaframmatica che metteva in collegamento il torace con l’addome”.

L’intervento è stato eseguito dal prof. Francesco Molinaro con la dott.ssa Rossella Angotti, insieme all’anestesista Tommaso Bacconi e agli infermieri Roberta Piazzi e Angelo De Lucia, con tutto il personale di sala operatoria.

“L’intervento – aggiunge il prof. Molinaro – è durato circa tre ore ed è stato tecnicamente complesso perché gli spazi per le manovre operatorie erano molto ridotti e le difficoltà respiratorie presenti erano importanti, ma abbiamo preferito l’utilizzo della chirurgia mininvasiva perché questa procedura consente un più rapido decorso operatorio e una miglior risposta da parte del piccolo paziente. Dopo un ricovero in Terapia Intensiva Neonatale, affidato alle cure dell’équipe della dottoressa Barbara Tomasini, il piccolo ha iniziato a mangiare e dopo pochi giorni è tornato a casa. Il follow up sarà seguito dai colleghi di Arezzo”.

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