Roma, 6 giugno 2024 – Intelligenza artificiale applicata all’analisi, interpretazione e refertazione dell’EEG quali i benefici e i rischi; la medicina di precisione tra farmaci, chirurgia e terapia genica nel trattamento dell’Epilessia, e, ancora, i risultati di uno studio italiano sulla prevalenza delle mutazioni monogeniche nelle Encefalopatie Epilettiche e dello Sviluppo, sotto l’egida della Commissione Genetica della LICE: questi i temi al centro della 47° edizione del Congresso Nazionale della LICE, Lega Italiana Contro l’Epilessia, alla presenza di oltre 700 specialisti in branche neurologiche, in corso a Roma dal 5 al 7 giugno.
“È con grande orgoglio che annunciamo i lavori della 47° edizione del Congresso – sottolinea Laura Tassi, Presidente LICE e neurologo presso la Chirurgia dell’Epilessia e del Parkinson del Niguarda, Milano – con lavori scientifici, workshop e seminari dedicati a grandi temi di attualità come l’applicazione dell’intelligenza artificiale in neurologia e la medicina di precisione, che consentiranno grandi passi in avanti nel campo dell’epilettologia. Il nostro obiettivo in questi anni è stato quello di offrire un contributo alla ricerca scientifica per migliorare la qualità di vita e di cura delle Persone con Epilessia. Molto abbiamo fatto, con grandi soddisfazioni, promuovendo ogni iniziativa utile per aiutare chi soffre di Epilessia ad avere una cura adeguata e accessibile e a superare lo stigma sociale ancora così diffuso. Dopo oltre tre anni, concludo la Presidenza della LICE e auguro i migliori successi a chi verrà dopo di me”.
I lavori del Congresso, tra workshop e sessioni scientifiche, rappresentano un’opportunità di confronto tra esperti nazionali e internazionali su tematiche sempre attuali, come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in neurologia, e nell’epilettologia in particolare, quale strumento utile per ottenere una più efficace interpretazione dei risultati dell’elettroencefalogramma (EEG) che quest’anno compie ben 100 anni, dalla prima volta in cui è stato registrato sull’uomo nel luglio del 1924 grazie ad Hans Berger.
Secondo i dati emersi da un recente studio pubblicato sulla rivista Jama Neurology a cura di numerosi esperti internazionali, tra cui il prof. Harald Aurlien, tra i relatori al Congresso, mostrano come la valutazione dell’EEG con l’Intelligenza artificiale sia in linea con la refertazione effettuata da esperti, ma i cui risultati vanno ancora rivalutati da un occhio umano esperto. Gli Autori, quindi, concludono che in futuro ci saranno buone possibilità di refertare in modo affidabile utilizzando l’IA, e questo è particolarmente utile nei Paesi a basso reddito dove non ci sono elettroencefalografisti esperti o in quelle strutture dove si effettuano molti esami ma non è disponibile personale esperto a sufficienza.
Secondo evidenze scientifiche circa il 30% delle persone ricoverate in un dipartimento di emergenza per un disturbo della coscienza presenta delle manifestazioni critiche di tipo epilettico, che nel 90% dei casi non si manifestano con sintomi convulsivi e possono quindi essere diagnosticate solo con l’EEG.
“Gli algoritmi di intelligenza artificiale – spiega Stefano Meletti, Direttore della Struttura complessa di Neurologia e Professore Associato di Neurologia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia – possono analizzare i dati dell’elettroencefalogramma (EEG) continuo per rilevare la presenza di una eventuale attività epilettica e prevedere o segnalare l’insorgenza di crisi. Questi modelli predittivi integrano diverse variabili cliniche, come i dati demografici del paziente, le comorbidità, le caratteristiche EEG e le risposte al trattamento, per stimare il rischio di esiti avversi come sequele neurologiche o la mortalità. L’identificazione precoce dei pazienti ad alto rischio può guidare un monitoraggio intensivo e interventi mirati per migliorare gli esiti e ridurre al minimo le complicanze a lungo termine”.
Non solo Intelligenza Artificiale ma anche medicina di precisione, tra farmaci innovativi, tecniche chirurgiche e terapia genica, tra i focus principali affrontati durante il Congresso LICE: la neurologia di precisione punta a individuare il più efficace trattamento da applicare per quella specifica Persona con Epilessia e, oltre alle consuete informazioni ricavate dall’anamnesi del paziente, dall’esame clinico, dalla diagnostica per immagini, utilizza anche informazioni non tradizionali come quelle genomiche.
La conoscenza del difetto genetico, alla base di una specifica forma di Epilessia, può orientare l’uso di un farmaco specifico per quella mutazione e lo sviluppo di nuove terapie in grado di modificare la malattia. Anche la chirurgia offre risultati sempre più promettenti nella riduzione delle crisi nei soggetti con Epilessia focale resistente ai farmaci, ma anche in quelli farmacosensibili, liberandoli dal fardello della terapia farmacologica per tutta la vita. Inoltre, la miglior conoscenza delle forme sindromiche porta ad un approccio assolutamente su misura per ogni paziente.
Domani nella giornata conclusiva del Congresso saranno presentati anche i dati di uno studio a cui hanno partecipato quindici centri italiani specializzati nella cura delle Persone con Epilessia in età pediatrica e adulta, coordinato dalla Commissione Genetica di LICE, sulla prevalenza delle mutazioni monogeniche nelle Encefalopatie Epilettiche e dello Sviluppo nella popolazione italiana.
“Sebbene questa indagine non fornisca una stima accurata del numero totale di pazienti che hanno ricevuto una diagnosi molecolare di Encefalopatia Epilettica e dello Sviluppo in Italia nel periodo 2012-2022 – commenta Davide Mei, Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer IRCCS e membro della Commissione Genetica LICE – rappresenta sicuramente una grande e significativa coorte di pazienti con Encefalopatie Epilettiche e dello Sviluppo provenienti da un Paese europeo. Questa indagine è essenziale per guidare lo sviluppo di nuovi farmaci, tra cui anche quelli correlati alla medicina di precisione, per implementare i registri specifici di malattia e per effettuare gli studi di storia naturale della malattia stessa”.