Sassari, 10 ottobre 2022 – La creazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale che consenta di prendere in carico il paziente con tumore al fegato e seguirlo lungo tutto il suo cammino, terapeutico o chirurgico. Parte con questo obiettivo il convegno in programma il 14 ottobre, alle ore 14.00, all’hotel Carlo Felice di Sassari e dal titolo “Pdta, gruppo multidisciplinare e rete oncologica. Nuove opportunità per la cura dell’epatocarcinoma”.
L’appuntamento scientifico, organizzato dall’Oncologia medica dell’Aou di Sassari, diretta dal dottor Antonio Pazzola, vedrà la partecipazione, in qualità di relatori, di esperti dell’Azienda ospedaliero universitaria di viale San Pietro. Tra questi interverranno epatologi, gastroenterologi, infettivologi, internisti, oncologi, fisiatri, anatomopatologi e farmacisti ospedalieri.
Saranno questi, in considerazione del loro ambito di specialità, a fare una fotografia dell’assistenza garantita ai pazienti affetti da questa patologia. Un contributo di spessore sarà portato da Andrea Casadei Gardini del San Raffaele di Milano che parlerà dell’evoluzione nel trattamento dell’epatocarcinoma.
“Per il trattamento di questa patologia – afferma Alessio Aligi Cogoni, dirigente medico dell’Oncologia Aou e direttore scientifico del convegno – abbiamo bisogno di una visione multi-specialistica, con una costante collaborazione tra le differenti figure mediche coinvolte nella gestione del paziente”.
Tema che sarà il filo conduttore della tavola rotonda “Cosa abbiamo, quello che manca e ciò che vorremmo per creare a Sassari un Pdta per l’epatocarcinoma”.
L’epatocarcinoma è un tumore aggressivo, difficile da diagnosticare perché nei primi stadi resta silente e di prognosi spesso incerta. È il più frequente tumore primitivo del fegato, tra tutti i tumori è il sesto per incidenza generale. I casi di epatocarcinoma sono in aumento, nonostante i progressi della ricerca medica, e rappresentano la seconda causa di morte per neoplasia in tutto il mondo.
Il convegno sarà anche l’occasione per aprire un dibattito sulle diverse possibilità terapeutiche e, nelle fasi più avanzate, dei risultati incoraggianti ottenuti grazie alla disponibilità di farmaci a target biomolecolare e immunoterapici.