Epatite C, le linee guida europee sull’uso dei nuovi farmaci sono ‘made in Italy’

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Milano, 13 settembre 2017 – I nuovi farmaci per il trattamento dell’epatite C (DAAs, Direct-Acting Antiviral agents) rappresentano indiscutibilmente uno dei più importanti passi in avanti della medicina degli ultimi anni. Si tratta di medicinali molto efficaci, sicuri e molto ben tollerati.

Come tutte le novità di tale portata però richiedono da parte della comunità medico-scientifica indicazioni precise che guidino gli specialisti verso un utilizzo mirato che ne massimizzi l’efficacia. Con l’obiettivo di definire i criteri di impiego nei pazienti in lista d’attesa per un trapianto di fegato (evitando così il trapianto) o post trapianto (per arginare un ritorno dell’infezione) sono state definite le linee guida europee di utilizzo.

Grazie all’iniziativa dell’ELITA, European Liver and Intestine Transplant Association sono ora disponibili le linee guida europee pubblicate su Journal of Hepatology, rivista di riferimento per gli epatologi di tutto il mondo. L’ELITA ha identificato quali coordinatori del progetto 2 epatologi, Luca Saverio Belli del Niguarda e Christophe Duvoux dell’Université Paris-Est di Parigi.

Ci sono voluti due consensus meeting che hanno coinvolto esperti provenienti dai maggiori centri trapianto d’Europa e due anni di lavoro prima di arrivare alla stesura di questo documento il cui obbiettivo è duplice: aiutare i medici dei trapianti ad affrontare problemi clinici molto pratici e fornire ai decisori istituzionali elementi che consentano di anticipare il futuro del trapianto.

Relativamente a questo secondo aspetto, è da rilevare come la nuova possibilità di cura per i pazienti con malattia epatica da HCV abbia favorito una netta riduzione, superiore al 50%, dell’indicazione al trapianto.

La pubblicazione di questo documento, inoltre, arriva in un momento storico che vede il sistema socio-sanitario nazionale e regionale intraprendere un obiettivo molto ambizioso. È infatti di questi mesi la definizione della road-map tracciata dall’OMS per arrivare ad un’eradicazione del virus dell’epatite C entro il 2030.

Con grande lungimiranza il nostro Paese ha deciso di investire ingenti risorse che consentono di allargare i criteri di accesso a questi nuovi trattamenti. Solo cosi si può pensare di debellare in modo definitivo l’infezione da virus HCV che nel nostro paese affligge almeno 500.000 persone.

È motivo d’orgoglio pensare che uno strumento che guiderà le scelte terapeutiche di molti specialisti nel mondo porti con sé il marchio di Regione Lombardia e quello del Niguarda, un Ospedale da sempre leader nei trapianti. La credibilità internazionale del nostro sistema è stata conquistata grazie all’incredibile lavoro di tutta la squadra trapianti del Niguarda in primis i chirurghi diretti da Luciano De Carlis, gli anestesisti guidati da Andrea De Gasperi, gli infettivologi di Massimo Puoti, il coordinamento del prelievo di Elisabetta Masturzo e una Direzione da sempre attenta allo sviluppo del programma.

Per rendersene conto basta considerare i 110 trapianti fegato eseguiti al Niguarda nel solo 2016, la metà dei quali in pazienti con epatite C. Non ci si ferma qui, perché il trend dei trapianti nell’ospedale milanese per il 2017 è atteso in ulteriore significativo incremento.

Inoltre in questi giorni si conclude il primo anno di attività a Niguarda dell’Hepatitis Center, un centro con pochi eguali a livello nazionale in cui convergono le diverse specialità richieste per un percorso di cura efficace a 360 gradi. In questi primi 12 mesi sono passati dagli ambulatori del centro circa 3.500 pazienti per un totale di oltre 6.000 prestazioni erogate.

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