Roma, 6 novembre 2020 – Presentato a Firenze, dalla sede nazionale della SIMG, la Società di Medicina Generale e delle Cure Primarie, il Lab Mobile per gli screening di HIV ed Epatite C per il lancio della campagna “Insieme contro l’AIDS e l’Epatite”.
Partito da Piazza San Pietro dopo la benedizione di Mons. Rino Fisichella, il laboratorio mobile ha già fatto tappa a Sanremo e ora si appresta a iniziare un nuovo tour che nei prossimi mesi lo vedrà toccare le principali piazze italiane, da Roma in occasione della Giornata dedicata da Papa Francesco ai poveri, sino a Firenze a fine mese per il congresso dei medici di famiglia e poi a Bologna il 14 Dicembre, per il congresso degli infettivologi SIMIT.
L’iniziativa, in collaborazione con la Caritas e i volontari del Cuamm, e con la richiesta di patrocinio del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, è promossa dalle società scientifiche SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie insieme al prof. Massimo Andreoni, Direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive Tor Vergata, con il patrocinio anche della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e dell’AISF – Ass. Italiana per lo Studio del Fegato e di Fondazione The Bridge.
È un viaggio simbolico tra virtuale e reale, per fornire risposte concrete alla popolazione e informare correttamente sulla minaccia dei virus della nostra epoca. Lo scopo del Lab è quello di sensibilizzare la popolazione sui corretti atteggiamenti di prevenzione per le malattie infettive, di informare su quelli che sono i rischi concreti e di effettuare screening per verificare la presenza di questi virus. A bordo, personale specializzato per effettuare gli esami clinici per scoprire il ‘sommerso’ per Epatite C e HIV. Laddove si individueranno soggetti affetti da queste infezioni, seguirà il linkage-to-care, la presa in carico del paziente che verrà sottoposto ai trattamenti specifici.
Toscana in prima linea
In occasione della presentazione a Firenze, presenti il prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG; il prof. Massimo Andreoni Direttore Scientifico SIMIT e Direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive Tor Vergata, collegato in streaming; il prof. Massimo Di Pietro, Segretario SIMIT Toscana; Mauro Ruggeri, Responsabile SIMG Toscana; il prof. Alessandro Bartoloni, Direttore UOC Malattie Infettive, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze; Don Fabio Marella, Vice Direttore della Caritas di Firenze; Loreta Kondili, Medico Ricercatore presso il Centro Nazionale per la Salute Globale dell’ISS.
“Abbiamo deciso alcuni mesi fa di organizzare una campagna per sensibilizzare i cittadini del nostro Paese nei confronti di una serie di malattie infettive di cui si sa poco – spiega il prof. Cricelli, Presidente SIMG – Vogliamo informare sui rischi che si corrono con determinate infezioni, coinvolgendo soprattutto le fasce più deboli della popolazione, e proporre le nostre strategie nei confronti dei virus. Sono tre i virus che oggi ci preoccupano particolarmente: il SARS-CoV-2, di cui sappiamo ancora poco, e altri due virus che invece conosciamo molto bene, HIV e HCV e per i quali abbiamo soluzioni senza precedenti. In tutti questi virus il problema è quello di trovare il ‘sommerso’, coloro che hanno contratto l’infezione ma non ne sono consapevoli. Proprio il Covid-19 è diventato una straordinaria opportunità di ripensare questa campagna e di rilanciarla, perché mai come oggi è evidente come dobbiamo rilevare i contatti dove il virus si nasconde e tracciare la catena del contagio; il Covid, a sua volta, può trarre beneficio dalle precedenti esperienze”.
L’importanza di intervenire presto su HIV e HCV
Oggi grande attenzione è riservata al SARS-CoV-2, un virus nuovo di cui ancora sappiamo troppo poco e per il quale cure e vaccini sono oggetto di studio. Parallelamente, per i virus HIV e HCV esistono soluzioni importanti ed è fondamentale che vengano applicate per tempo.
“Gli screening e le diagnosi per HIV e HCV sono particolarmente urgenti e rilevanti, in quanto questi virus si manifestano quando l’infezione è molto avanzata – sottolinea il prof. Cricelli – L’HCV porta alla cirrosi o all’epatocarcinoma (tumore del fegato); l’HIV ha la sua naturale conseguenza nell’AIDS. Per evitare questi sviluppi, serve una diagnosi precoce che permetta di intervenire tempestivamente. Nel caso dell’Epatite C, i moderni farmaci permettono di eradicare il virus in tempi rapidi, in maniera definitiva e senza effetti collaterali: una svolta epocale, come testimonia anche dal Premio Nobel per la Medicina del 2020 che è stato riconosciuto proprio agli scopritori di questa infezione, gli americani Harvey J. Alter e Charles M. Rice e lo scienziato britannico Michael Houghton. Nel caso dell’HIV, non è ancora possibile un’eradicazione, ma si può controllare l’infezione, permettendo ai pazienti una qualità di vita molto simile al resto della popolazione, si può ridurre la viremia fino ad azzerarne il rischio contagio. Questi tre virus appartengono a tre fasi diverse: l’auspicio è che anche per il Sars-Cov-2 si possa seguire la strada dei precedenti e si possa presto sconfiggere anche il Covid-19”.
Firenze “Fast Track City” a misura di paziente
“In merito ad HIV/AIDS, il nostro territorio, con oltre un milione e mezzo di abitanti nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, conta circa 3500 sieropositivi seguiti dai quattro centri di malattie infettive della zona – sottolinea il dott. Massimo Di Pietro, Responsabile SIMIT Toscana – I trattamenti su questi pazienti hanno confermato l’efficacia delle terapie oggi disponibili, con risultati anche nella riduzione dei nuovi contagi, tanto che nella Regione Toscana sono stati registrati poco più di 200 casi di HIV l’anno, con un calo significativo rispetto agli oltre 300 riscontrati in precedenza. Prevenzione e identificazione del sommerso sono dunque delle priorità, come rilevato anche nel recente Congresso ICAR 2020 (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research), la conferenza italiana su AIDS e ricerca antivirale. Firenze su questo tema si è dimostrata una città attenta e sensibile e adesso si aggiunge al network delle città che hanno aderito al Progetto “Fast Track City”, una città a misura di paziente. L’iniziativa parte dalla “Paris Declaration”, con cui le città aderenti si impegnano a ridurre al massimo, fino a zero, i nuovi casi di infezione nel 2030, attraverso uno screening precoce, con la disponibilità della profilassi pre-esposizione, la PrEP, per i gruppi maggiormente a rischio, e mediante un’efficace campagna informativa, rivolta soprattutto ai più giovani e alle fasce più fragili”.
“Oggi abbiamo approcci evoluti su HIV e HCV – sottolinea il prof. Alessandro Bartoloni, Direttore UOC Malattie Infettive, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze – Nonostante l’attenzione sia quasi esclusivamente rivolta al Covid, noi dobbiamo offrire e rafforzare i servizi per diagnosi e cure delle altre patologie e, se possibile, migliorarli come si propone il Lab Mobile, che con test e linkage-to-care si propone di aiutare soprattutto le categorie più disagiate”.
“Questa iniziativa è molto importante e siamo molto contenti del nostro coinvolgimento come CUAMM e come caritas diocesana – dichiara Don Fabio Marella Vicedirettore Caritas Firenze – Ai poveri sempre presenti, si è aggiunta una nuova fascia colpita dalle recenti vicende. Affinché si eviti un aggravamento di questi problemi socioeconomici già molto rilevanti è importante implementare screening e prevenzione per evitare che anche le condizioni di salute vadano a condizionare la vita di queste persone”.