InScientiaFides: “Ancora una dimostrazione che discriminare la conservazione delle staminali rispetto alla donazione è un atteggiamento anacronistico.
San Marino, 21 novembre 2014 – InScientiaFides plaude all’ottimo risultato raggiunto dall’Unità operativa di Ematologia dell’ospedale Mons. Dimiccoli di Barletta, dove sono stati eseguiti i primi due trapianti autologhi di cellule staminali ematopoietiche.
Il fatto, tra l’altro, avvenuto con successo in una struttura sanitaria italiana, dimostra ancora una volta quanto sia importante nel trattamento delle malattie del sangue il trapianto di cellule staminali autologhe (donatore e ricevente sono la stessa persona).
Sono oramai note le evidenze scientifiche sull’utilità di conservare al momento della nascita quelle derivanti dal sangue del cordone ombelicale o di ricorrere a proprie cellule staminali in caso di necessità, considerando che rappresentano un salvavita in oltre 70 patologie del sangue.
Su un milione di trapianti di cellule staminali effettuate nel mondo sino ad oggi il 59% è costituito da trapianti di cellule staminali proprie. I vantaggi di queste ultime in termini di tollerabilità sono note. Questi sono dati e fatti concreti non opinioni frutto di strategie di marketing.
“Continuare – commenta Luana Piroli, direttore generale della biobanca InScientiaFides – nell’ambito di alcuni contesti associativi, a discriminare la conservazione delle staminali rispetto alla donazione, esaltando solo i vantaggi di trapianti con cellule staminali allogeniche (ricevente e donatore non sono la stessa persona) è un atteggiamento che si può definire anacronistico e limitativo, oltre a generare confusione nell’opinione pubblica. Dobbiamo sforzarci, connettendo saperi e risorse, per generare una cultura nuova, affinché le risorse del cordone ombelicale non siano sprecate; invece si preferisce proteggere quella che troppo spesso è una inefficienza costosissima per il contribuente, visto che 95 cordoni ombelicali su 100 finiscono nei rifiuti”.
fonte: ufficio stampa