Enjoy Extra Time: dall’Unità Spinale al campo da tennis. Al via progetto della Città della Salute di Torino

Torino, 16 dicembre 2022 – Un percorso completo per l’avviamento al tennis delle persone mielolese. Il ritorno all’aggregazione dopo la pandemia che ha bloccato tante iniziative, anche presso l’Unità Spinale Unipolare dell’ospedale CTO della Città della Salute di Torino. È questa la nuova sfida per il 2022 di SPORTOUR, Associazione di Promozione Sociale, che ha subito trovato la piena e completa collaborazione da parte del dott. Salvatore Petrozzino (Direttore Unità Spinale della Città della Salute di Torino), che da sempre ha posto la Sport Terapia alla base dei suoi progetti riabilitativi, soprattutto per quanto riguarda le persone mielolese.

SPORTOUR, dopo aver regalato, nel 2021, undici carrozzine alla Federazione Italiana Tennis per lo sviluppo del settore wheelchair, vuole adesso offrire una possibilità anche a coloro che sono reduci da un lungo periodo di riabilitazione e possono intravedere un primo ritorno alla vita di comunità.

Grazie alla disponibilità da parte del dott. Petrozzino e dell’Unità Spinale Unipolare della Città della Salute di Torino, è così nata una stretta collaborazione: sarà infatti l’USU ad indicare a SPORTOUR i ragazzi che sono pronti per una prima esperienza tennistica ed è SPORTOUR a predisporre concretamente tutto il percorso che prevede trasporto, affitto dei campi da tennis, individuazione dei maestri federali, 10 lezioni individuali indoor, abbigliamento ed attrezzatura sportiva, nonché le carrozzine sportive per la pratica in campo.

Le motivazioni

Daniele Sinnico e Diego Boaglio, indicati dall’Unità Spinale, sono i primi due ragazzi che cominciano questa avventura. Il primo si allenerà alla Sisport con il maestro Pietro Mazzei, il secondo al Cus Torino con il maestro Andrea Saggion. Ma l’obiettivo è mettersi subito al lavoro per trovare i fondi necessari a sostenere altri percorsi. Perché per una persona disabile praticare sport è un’occasione per “ricostruire se stesso”, per ritrovare la propria autonomia, per realizzarsi a livello sociale e per recuperare concretezza nella propria mobilità.

È un aiuto a sfruttare al meglio le capacità fisiche residue e a potenziare e supportare muscolatura, articolazioni, circolazione sanguigna, connessioni neurali e metabolismo, oltre ad essere importante e fondamentale strumento di aggregazione. E quindi vogliamo che dopo Daniele e Diego altri ragazzi abbiano la stessa possibilità di provare a giocare a tennis. Perché lo sport, come diceva Nelson Mandela, ha il potere di risvegliare la speranza dove prima c’era solo disperazione.

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