Firenze, 8 febbraio 2018 – Quando il polmone diventa bionico per bloccare l’enfisema: esperti a confronto nel convegno organizzato dalla Pneumologia interventistica di Careggi su nuovi dispositivi impiantabili per tornare a respirare. Firenze 9 febbraio ore 16 Hotel Cavour via del Proconsolo 3
I dispositivi impiantabili nei polmoni per la cura dell’enfisema sono al centro del convegno sulla terapia broncoscopica di questa grave malattia respiratoria che colpisce in Italia circa un milione di persone, come conseguenza della bronchite cronica o broncopatia cronica ostruttiva (BPCO).
L’evento in programma a Firenze venerdì 9 febbraio a partire dalle ore 16.00 nell’Hotel Cavour in via del Proconsolo 3 è organizzato dalla Pneumologia interventistica diretta dalla dottoressa Michela Bezzi dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi, fra le prime in Italia nell’impianto di dispostivi broncopolmonari per la terapia dell’enfisema.
“E’ necessario – dichiara Bezzi – far conoscere l’esperienza toscana con queste nuove tecnologie non solo agli specialisti ma anche ai medici di famiglia, infermieri e tecnici della riabilitazione, per diffondere e aiutare una corretta selezione dei pazienti che possono avvalersi di questi trattamenti innovativi”.
Con sottili telecamere e strumenti chirurgici si percorrono le ramificazioni dei bronchi per arrivare ai polmoni e impiantare piccole valvole che impediscono l’ingresso dell’aria nelle parti malate del polmone per evitare che il danno si estenda inesorabilmente ai tessuti sani.
Si possono impiantare anche dispositivi a forma di spirarle, come piccole molle, per ripristinare l’elasticità dei bronchi e agevolare il passaggio dell’aria.
“La malattia – spiega Bezzi – è caratterizzata dalla progressiva, irreversibile distruzione del tessuto polmonare con conseguente affanno ingravescente, riduzione della capacità di movimento, peggioramento della qualità di vita ed incremento della mortalità, al quarto posto tra le cause di decesso, purtroppo l’unica in aumento”.
Nell’enfisema l’aria rimane intrappolata nel polmone riducendo progressivamente l’efficienza dell’organo. Per salvare la funzione respiratoria, gli esperti non si stancano di ribadire quanto sia indispensabile non fumare, ma quando il danno è ormai presente si può aiutare il respiro con: farmaci broncodilatatori e antiinfiammatori, programmi di riabilitazione respiratoria e negli stadi avanzati l’ossigeno può migliorare la qualità della vita.
“Sono possibili anche interventi chirurgici – prosegue Bezzi – come l’asportazione delle parti compromesse del tessuto polmonare fino al trapianto di polmone, ma spesso i pazienti più severamente compromessi non possono essere sottoposti a questi trattamenti, perché troppo debilitati per sopportare tecniche così aggressive. Più recentemente si è utilizzato un approccio meno invasivo, broncoscopico, in grado di ridurre il volume polmonare, in altre parole di sgonfiare il polmone con rischi inferiori rispetto all’intervento chirurgico tradizionale”.
“L’esclusione di aree polmonari colpite da enfisema – conclude Bezzi – può essere ottenuta con il posizionamento di valvole o dispositivi a forma di spirale come piccole molle. Le valvole endobronchiali bloccano, in inspirazione, il lume del bronco permettendo un miglioramento della capacità di movimento e una riduzione dell’affanno”.