Roma, 18 maggio 2018 – ENEA lancia il nuovo programma “Proof of Concept” che prevede lo stanziamento di 2,5 milioni di euro in tre anni per ‘avvicinare’ i risultati della ricerca dell’Agenzia all’utilizzo industriale. Il fondo garantirà ai ricercatori ENEA le risorse finanziarie per realizzare prototipi industriali aumentando il livello di maturità delle tecnologie sviluppate in laboratorio. Al via già da questo mese il bando per i progetti da finanziare, che saranno poi selezionati da un panel di esperti esterni.
“Per sostenere la competitività del Paese ENEA ha predisposto il nuovo piano triennale 2018-2020 che prevede un’ambiziosa strategia per rafforzare le attività volte al trasferimento della conoscenza sviluppata nei laboratori” spiega Marco Casagni della Direzione Committenza ENEA.
“Il Proof of Concept dell’ENEA è un programma autofinanziato che serve a colmare il gap esistente, la cosiddetta deathvalley, che identifica la distanza tra la ricerca applicata e il suo sviluppo industriale. Si tratta di una novità nel panorama internazionale e ancor più nazionale e rappresenta solo il primo degli strumenti su cui l’Agenzia farà leva per conseguire gli obiettivi del nuovo piano triennale. Infatti, il Programma sarà affiancato da partnership industriali di lungo termine e da una serie di accordi con il mondo del venture capital”, prosegue Casagni.
Nel dettaglio, i ricercatori dell’ENEA avranno la possibilità di costruire e di migliorare i loro prototipi, effettuare i test necessari perverificarne la fattibilità commerciale e ridurre i rischi per i potenziali investitori oppure semplicemente superare uno specifico gap che ne ostacola l’attrattività da parte delle imprese. Tutte queste azioni saranno svolte in collaborazione con un partner industriale che sarà selezionato dall’Agenzia e dovrà contribuire alle attività previste.
La proprietà intellettuale delle innovazioni frutto del programma “Proof of Concept” sarà dell’ENEA, mentre l’azienda-partner potrà godere di un diritto di prelazione o di opzione di durata prestabilita per ottenere una licenza esclusiva sui risultati ottenuti, in considerazione del contributo fornito.
“La struttura industriale del Paese è basata su imprese di piccole dimensioni che operano in settori per lo più maturi e investono relativamente meno in ricerca e sviluppo rispetto alle omologhe europee. Si tratta di una caratteristica che costituisce di per sé uno dei principali impedimenti al trasferimento tecnologico; per questo dobbiamo aiutare la competitività delle PMI italiane rendendo immediatamente disponibili le nostre innovazioni”, conclude Casagni.