Trieste, 20 aprile 2023 – L’endometriosi, che oggi rappresenta una delle maggiori sfide in ambito ginecologico proprio per la complessità della patologia, è stata al centro di un riuscito congresso conclusosi a Trieste il 13 e 14 aprile scorsi e che è stato organizzato dalla Clinica Ginecologica del Burlo e dall’Università di Trieste. Si stima che fino al 15 per cento delle donne nella popolazione generale possa essere affetto da tale patologia, fino al 40 per cento delle donne con infertilità e fino al 60 per cento delle donne con dolore pelvico cronico.
Il congresso dal titolo “Up & Down in Endometriosis: update and downfall”, conclusosi dopo due giorni di lavori, ha visto coinvolti specialisti provenienti da tutta Italia, richiamando più di cento partecipanti.
Nella prima giornata congressuale si è svolta una sessione di live surgery, con interventi chirurgici complessi per endometriosi profonda eseguiti in laparoscopia 3D dai chirurghi della Clinica Ginecologica, dott. Federico Romano e dott. Giovanni Di Lorenzo, e dal prof. Vito Chiantera, direttore della Ginecologia Oncologica dell’Università di Palermo e chirurgo di fama internazionale, e con la partecipazione del dott. Biagio Casagranda, della Chirurgia Generale di Asugi.
Nella seconda giornata congressuale, cui hanno partecipato molti esperti di caratura nazionale e internazionale, si sono, invece, avute, relazioni scientifiche e discussioni sul tema dell’endometriosi che hanno riguardato tutti gli ambiti clinici della patologia dalla genetica ai trattamenti terapeutici, siano essi medici che chirurgici. Spazio è stato anche dato alla ricerca in atto sull’argomento e alle prospettive. È intervenuta anche con una relazione sul ruolo delle associazioni, la Presidente dell’Associazione Endometriosi Friuli Venezia Giulia, dott.ssa Sonia Manente.
“Al Burlo oggi, grazie a un percorso diagnostico-terapeutico specifico e a un approccio multidisciplinare e multidimensionale – ha spiegato il direttore della Clinica Ostetrica-Ginecologica dell’IRCCS triestino, prof. Giuseppe Ricci – c’è una presa in carico completa di queste pazienti che garantisce un’assistenza clinica personalizzata in funzione delle necessità della donna, siano esse l’infertilità, il dolore cronico o il danno d’organo”.
“Per la lotta a questa patologa cronica dell’età fertile – ha concluso Ricci – la diagnosi precoce, la pianificazione clinica, gli approcci terapeutici integrati e multimodali rappresentano le vere risorse di una medicina di precisione e di genere specifica”.