Endometriosi, in Italia ne soffrono oltre 3 milioni di donne. Quali i campanelli d’allarme e come intervenire

Prof.ssa Franca Delle Fratte, specialista in ginecologia, ostetricia e psichiatria presso l’ospedale Sant’Eugenio e coordinatore clinico percorso senologico ospedale Sandro Pertini di Roma: “Circa il 30% delle donne con diagnosi di endometriosi può presentare infertilità ma oggi è possibile controllare la sintomatologia mantenendo una buona qualità di vita”

Roma, 24 giugno 2022 – Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero 150 milioni le donne in età fertile che soffrono di endometriosi. Una corretta informazione, prevenzione e diagnosi precoce, sono le principali armi per combatterla. “Il primo sintomo – illustra Franca Delle Fratte – è il dolore pelvico, soprattutto in coincidenza del flusso mestruale (dismenorrea) e non regredisce con i comuni antidolorifici. Altro campanello d’allarme è la dispareunia, (dolore durante i rapporti sessuali) e se l’endometriosi è in uno stadio avanzato e ha interessato l’ultimo tratto dell’intestino o la vescica, è possibile che si abbia fastidio durante la defecazione o dolore durante la minzione”.

“In base al grado di severità della malattia, età della donna e desiderio riproduttivo ci sono diversi approcci terapeutici: dai farmaci alle terapie ormonali che hanno lo scopo di contenere la malattia e ridurre, in alcuni casi anche far scomparire, i sintomi. Bisogna tener conto – sottolinea – che nessuna terapia farmacologica è in grado di indurre una guarigione definitiva e che possono esserci anche effetti collaterali legati all’uso prolungato di terapie”.

“La donna – continua Franca delle Fratte – dovrebbe fare visite ginecologiche periodiche e riferire al medico la propria sintomatologia. Poter intervenire in tempo, con una terapia ormonale tollerabile, rappresenta un vantaggio. Gli interventi chirurgici di rimozione delle cisti ovariche endometriosiche possono influire invece sulla riserva ovarica delle pazienti, riducendo sia la quantità che la qualità degli ovociti”.

Secondo Franca delle Fratte, “prima di sottoporsi a interventi chirurgici è consigliabile preservare la fertilità con il congelamento degli ovociti. La prevenzione – aggiunge – è legata non solo alle regolari visite ginecologiche con un’attenta anamnesi e un’eventuale ecografia trans vaginale ma anche attraverso corretti stili di vita. È importante – conclude – seguire una buona alimentazione, aumentando, per esempio, il consumo di fibre, noci, olio d’oliva e pesce azzurro oltre ad evitare fumo, alcol e vita sedentaria”.

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