Emergenze umanitarie, nel 2024 l’UNHCR ha intensificato gli interventi

(©UNHCR/Mohamed Aden Maalim)

Roma, 25 gennaio 2025 – Nuove guerre, conflitti irrisolti e un’impennata di disastri legati al clima hanno provocato lo scorso anno livelli spaventosi di morte, distruzione e sfollamento, costringendo le operazioni globali dell’UNHCR a rispondere all’intensificarsi dei bisogni umanitari.

Secondo il 2024 Impact Report: Response to new emergencies and protracted crises (Risposta alle nuove emergenze e alle crisi prolungate) pubblicato ieri, l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha dichiarato 26 nuove emergenze lo scorso anno, sette delle quali al livello più grave. Complessivamente, l’UNHCR ha risposto o gestito 43 emergenze, tra cui 17 che sono continuate dal 2023.

“Purtroppo il numero di crisi a livello globale rimane estremamente elevato, ma l’UNHCR si adopera per giungere rapidamente dove c’è più bisogno di noi, via terra, aria e mare – ha dichiarato Ayaki Ito, direttore della Divisione Emergenze, Sicurezza e Rifornimenti dell’UNHCR – L’integrazione di una migliore tecnologia nei nostri sistemi sta portando nuove efficienze. I sistemi di allerta precoce e l’analisi dei dati hanno migliorato il modo in cui forniamo gli aiuti e ci preparano meglio alle nuove emergenze”.

Per il secondo anno consecutivo, l’UNHCR ha esteso la risposta di emergenza alla brutale guerra in Sudan e al suo impatto regionale, riflettendo la persistenza e l’entità dei bisogni. Un’altra dichiarazione di emergenza è stata quella di proteggere e fornire aiuti salvavita ai rifugiati e agli sfollati in Libano e Siria.

Gli eventi meteorologici estremi, in particolare le forti piogge e le gravi inondazioni, hanno costretto l’UNHCR al numero record di nove dichiarazioni di emergenza legate al clima in un solo anno – circa una su tre di quelle dichiarate nel 2024 – per soccorrere le persone in fuga e le comunità ospitanti in Africa, Asia e America Latina. I disastri legati al clima hanno colpito le aree che già ospitavano rifugiati e sfollati a causa della guerra, aggravando le epidemie e distruggendo i mezzi di sussistenza e le infrastrutture critiche.

Nel corso del 2024, l’UNHCR ha rafforzato gli sforzi in tutta l’Africa per garantire l’inclusione delle popolazioni costrette alla fuga in risposta all’epidemia di vaiolo e ha incrementato le operazioni per affrontare le crisi in corso e cresiute di intensità nella Repubblica Democratica del Congo, in Myanmar, in Ucraina e nel Darien.

“I nostri team sono presenti in 130 Paesi e altro personale è pronto ad intervenire – ha aggiunto Ito – Lavorano 24 ore su 24 per alleviare le sofferenze con assistenza salvavita, coordinandosi con i partner e i rifugiati per trovare soluzioni. Ma i finanziamenti non tengono il passo con le esigenze crescenti. Un sostegno flessibile e tempestivo da parte dei donatori è fondamentale per permetterci di agire immediatamente, ovunque sia necessario”.

Lo scorso anno l’UNHCR ha inviato 5,1 milioni di articoli di soccorso per un valore di 45,8 milioni di dollari da sette scorte globali per assistere circa 6 milioni di persone. Questo si aggiunge alle forniture di emergenza preposizionate e distribuite dai magazzini regionali e locali. L’UNHCR ha addestrato 240 membri del personale e partner in stand-by per la risposta alle emergenze, pronti ad intervenire entro 72 ore; 132 sono stati dispiegati lo scorso anno per contribuire con le loro competenze, dalla prevenzione della violenza di genere alla gestione dei siti, alla salute, ai dati e alla logistica. Quasi 9 milioni di persone in fuga hanno avuto accesso alle informazioni contenute nei siti web di Aiuto dell’UNHCR.

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