Roma, 18 novembre 2020 – “Nel nostro paese ci sono circa 250mila medici di famiglia. A loro si potrebbero affiancare almeno 100mila infermieri di famiglia”. Così Antonio De Palma, presidente del Sindacato infermieri italiani Nursing Up.
“L’introduzione di questa figura, già presente in Spagna, ma in Italia rimasta ancora solo sulla carta, tranne poche e limitate eccezioni, consentirebbe di fornire assistenza a migliaia di persone. Potrebbe operare in sinergia con il medico di base e svolgere anche attività autonoma con un proprio studio ambulatoriale”.
“L’infermiere di famiglia consentirebbe di colmare un vuoto sanitario e in molti casi ridurre anche le presenze nei pronto soccorso, spesso utilizzati come ‘ambulatori’. Gli infermieri potrebbero assolvere alle terapie domiciliari, ai trattamenti di prevenzione e di salvaguardia della salute individuale e collettiva, alla somministrazione di vaccini e cure che necessitano di personale sanitario qualificato”.
“L’infermiere di famiglia è una figura che consentirebbe di migliorare notevolmente la sanità territoriale nel nostro paese e contestualmente offrire delle opportunità occupazionali. Oggi la presenza dell’infermiere di famiglia avrebbe consentito di gestire meglio l’emergenza e risolvere tutta una serie di problematiche, a cominciare dallo screening con i tamponi rapidi”.
“Per la somministrazione dei vaccini, da quello contro l’influenza a quello per il Coronavirus, l’introduzione di questa figura garantirebbe una copertura totale del territorio e una somministrazione più rapida a tutta la popolazione, anche a domicilio”.