Gentile Presidente,
Di fronte alla progressione transcontinentale dell’infezione da Coronavirus Lei ha voluto dare un segnale di sostegno forte all’Italia. Grazie!
Molte misure fortemente restrittive sono state messe in atto per arginare la diffusione del virus e mitigare gli effetti sulla salute della pandemia nel nostro Paese -e dico nostro nel senso in cui Lei ci ha volute onorare dicendo “siamo tutti italiani” perché tutti europei.
Vorrei ora, con lo stesso orgoglio e senso di solidarietà per cui ci diciamo “tutti italiani”, poter dire “tutti europei”.
Per questo, in qualità di medico chirurgo, ma soprattutto di medico italiano a cui stanno a cuore tutti i cittadini europei vorrei portare alla Sua attenzione la sfida e la necessità non più procrastinabili di disporre in maniera coordinate dei mezzi (anche e soprattutto di mezzi medici) per combattere il flagello che ci sta colpendo: ora, non possiamo permetterci di esitare o rallentare nemmeno per un momento.
In un’emergenza globale per la salute pubblica come quella attuale, noi medici e operatori sanitari dobbiamo spesso prendere decisioni serie molto rapidamente in un’atmosfera ancora di incertezza scientifica.
Il nostro dovere è proteggere la salute pubblica e la nostra azione ha chiaramente un imperativo morale: è infatti al servizio degli individui che l’applicazione della scienza trova il suo valore.
Queste nozioni possono sembrare estranee ai leader politici e ai governanti, ma sono concetti profondamente familiari alla salute pubblica e a noi medici che rischiamo la nostra vita per salvarne altre, ogni giorno.
È tempo di iniziare a vedere i fatti. La pandemia è grave. Il virus può uccidere. Il virus uccide. Non è più solo sufficiente ripetere alla gente “rimani in casa”, “lavati le mani”, “chiama il medico” o “vai al pronto soccorso”. Ci sono infinitamente più casi in circolazione rispetto al numero indicato. Non li testiamo tutti.
La salute pubblica europea sta essenzialmente combattendo la stessa battaglia sui diversi fronti delle sue Regioni quando potrebbe agire in modo unificato e coordinato. Visto il contest attuale mi appello dunque Presidente al Suo ruolo e alla Sua sensibilità per chiederLe la creazione di una task force medica specialistica europea, a fianco di quella da Lei creata, composta dai cinque Commissari incaricati di coordinare i lavori per arrestare la pandemia di COVID-19: la grave situazione nella quale ci troviamo esige infatti una responsabilità condivisa e un’azione medica collettiva su più fronti. Siamo tutti vulnerabili di fronte alla minaccia del virus COVID-19.
Necessitiamo, e l’Europa necessita, di un coordinamento medico sanitaria europeo: una task force medica che intervenga sull’orgnizzazione e sull’approvvigionamento delle misure di soccorso e dove i medici europei esperti in materia e che lavorano sul terreno nella lotta contro il virus possano lavorare insieme e quindi condividerne concretamente i benefici, compreso l’accesso e il trasferimento a stock di materiale (mascherine, tamponi, ventilatori, letti, ecc.) facendo così la differenza sulla sopravvivenza dei pazienti.
Una task force medica europea che esamini ed attui i modi pratici per allineare al meglio l’assistenza, i regolamenti governativi e una distribuzione ponderata ed equilibrata di operatori sanitari competenti al fine di prevenire la diffusione della pandemia: riterrei importante che di questa task force facesse parte una rappresentanza del team medico cinese ora in Italia, che conosce bene il modus operandi del virus COVID-19 e potrebbe dare un apporto fondamentale nel debellarlo.
Inoltre, Presidente, le giunga il mio appello umile ma sentito affinché la task force medica specializzata sull’emergenza attuale consideri immediatamente insieme gli ostacoli allo sradicamento della pandemia sia di natura scientifica o tecnica, significativi, ma anche problemi operativi e finanziari che sono quelli che affrontiamo in gran parte tutti i giorni nei nostri ospedali, ambulatori e strutture di pronto soccorso.
Le diverse aree di intervento per arginare il virus (scientifica, medica, finanziaria, logisitica, ecc.) non sono più distinte allo stato attuale dell’evoluzione della pandemia: molti problemi ora richiedono un’azione congiunta tra noi specialisti con i settori sanitari di tutti i Paesi europei.
Per questo, mi permetta di esprimere un’altra esigenza: credo sia importante che, insieme al Commissario responsabile della gestione della crisi, vi sia un coordinamento finanziario-economico dei fondi destinati all’emergenza. Vorrei quasi suggerire che ad esso venga preposto l’ex Governatore della BCE Mario Draghi come Commissario speciale per la gestione degli aiuti all’emergenza, per l’esperienza e il prestigio suoi propri. Sarebbe anche un segnale forte per i mercati finanziari e le Borse che in questi giorni sono in fortissimo crisi.
Stimato Presidente, Siamo tutti insieme in questa pandemia e dobbiamo uscirne insieme. Il settore sanitario per la sua solida dimensione morale e il forte insieme di valori sociali, deve potere offrire la speranza di una cura di cui questo mondo ha così tanto bisogno ora.
Ognuno dei miei pazienti è mia madre, mio padre, mio fratello, mia sorella, mio figlio, mia figlia: al centro dell’imperativo morale ed etico in base al quale l’Europa deve lavorare insieme per migliorare la salute e le condizioni di vita di tutti i suoi cittadini, deve essere chiaro questo spirito di fratellanza, lo stesso che aveva ispirato i nostri Padri Fondatori.
Con la speranza che questo mio appello venga accolto, con profonda stima e gratitudine Le porgo cordiali saluti
Prof. Bernardo Misaggi
Direttore Struttura Complessa Chirurgia Vertebrale Istituto Ortopedico “Gaetano Pini”, Milano (IT)
Vice Presidente Gruppo Italiano Scoliosi e Società di Chirurgia Vertebrale