Napoli, 26 giugno 2020 – L’Osservatorio di Economia civile della Regione Campania, l’Azienda Ospedaliera dei Colli, il C.I.S.O.M. – Raggruppamento Campania e il Sovrano Militare Ordine di Malta hanno siglato un’intesa per attuare un progetto di screening dedicato ai senza fissa dimora della regione. A darne notizia, la consigliera regionale Antonella Ciaramella, presidente dell’Osservatorio.
Il progetto, denominato “Emergenza Covid-19 – Distanti ma vicini agli ultimi”, impegna l’Osservatorio a “mettere in rete i siti presso i quali dovranno essere ospitati eventuali soggetti positivi asintomatici al Covid-19, tra i senza fissa dimora sottoposti a screening, e ogni altro soggetto atto a fornire loro quanto necessario per la permanenza in quarantena”.
L’Azienda Ospedaliera dei Colli si impegna, invece, ad “erogare prestazioni sanitarie destinate ad ospiti e operatori delle strutture di ospitalità per senza fissa dimora, mettendo a disposizione proprio personale volontario (medici ed infermieri) per l’esecuzione, presso le strutture di accoglienza, dei prelievi ematici per diagnosi sierologica e dei tamponi nasali/orofaringei per la diagnosi molecolare di SARS Cov-2, così come dei relativi test”.
Il C.I.S.O.M. – Raggruppamento Campania “offrirà collaborazione, con il proprio personale medico e infermieristico, per gli aspetti di carattere sanitario”.
Il Sovrano Militare Ordine di Malta, infine, si impegna “a fornire ogni attività di supporto logistico per la realizzazione del progetto e, in particolare, un mezzo di trasporto (6/8 posti) con autista per il prelievo e l’accompagnamento del personale volontario dell’Azienda Ospedaliera dei Colli presso le strutture di ospitalità dove dovranno essere svolte le attività sanitarie, un teletermometro e proprio personale per assistenza organizzativa e servizio d’ordine”.
Il protocollo, che avrà validità di tre mesi, ma potrà essere rinnovato, “è un tassello importante della strategia di contrasto all’emergenza coronavirus messa in campo dalla Regione Campania”, afferma la consigliera Ciaramella, che aggiunge: “si attua in questo modo uno screening su soggetti che, non avendo una residenza o un domicilio fisso e vivendo una condizione di marginalità sociale, possono facilmente sfuggire alla rete della medicina territoriale in caso di positività al virus (in particolare se asintomatici) diventando un potenziale pericolo non solo per la salute pubblica ma anche per la propria. In questo modo, inoltre, si attua una strategia di prevenzione avanzata con l’obiettivo di limitare il più possibile l’insorgere di nuovi focolai incontrollati di contagio”.
Ciaramella, poi, nel ringraziare i dirigenti dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, del C.I.S.O.M. – Raggruppamento Campania e del Sovrano Militare Ordine di Malta, che hanno reso possibile l’attuazione concreta del protocollo, ricorda che “questa intesa punta anche a non disperdere quel patrimonio di solidarietà che si è creato nella fase più acuta dell’emergenza, visto che a rendere possibile la realizzazione del progetto sono proprio la disponibilità e il coinvolgimento di tanti volontari, a cominciare dai medici. Grazie ad una rete solidale si innesca, quindi, un modello economico-sociale virtuoso che ci aiuta anche a non abbassare la guardia sul Covid 19, che non è ancora sconfitto”, spiega la consigliera regionale. “Protocollo che appare quantomai opportuno anche alla luce dei fatti di Mondragone – conclude – Lo stesso presidente De Luca, infatti, ha espresso attenzione sulla necessità di raggiungere le fasce dei cosiddetti ‘invisibili’”.
“L’Azienda Ospedaliera dei Colli continua ad impegnarsi attivamente nella battaglia al Covid-19 mettendo a disposizione personale e strutture utili a individuare eventuali persone senza fissa dimora che abbiano contratto la malattia e che, senza una adeguata assistenza potrebbero rapidamente generare un focolaio epidemico”, dichiara Maurizio di Mauro, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.
“È quanto mai fondamentale non smettere di abbassare la guardia – aggiunge di Mauro – e proseguire senza sosta nelle attività di assistenza e, contemporaneamente, di screening. Solo mettendo insieme tutte le forze potremo scongiurare una eventuale recrudescenza dell’infezione”.