Udine, 22 marzo 2020 – Non solo il contagio da Coronavirus si diffonde. Si sta espandendo anche il contagio della paura, da non sottovalutare, in quanto la paura sempre induce a comportamenti scorretti. Si tratta dell’ansia in cui stanno vivendo soprattutto le persone affette da più patologie, non necessariamente anziane, parliamo degli over sessantacinquenni.
A rendere nota questa situazione di ansia generalizzata e in preoccupante incremento è il segretario dell’Ordine dei Medici di Udine Mario Da Porto che sta ricevendo numerosi messaggi e numerose telefonate da parte di tanti pazienti in allerta per il rischio di essere considerati predestinati non tanto al contagio da Covid-19 ma all’esito infausto che il virus potrebbe comportare.
“Il messaggio-appello che voglio dare, grazie all’ausilio della stampa locale, a queste categorie di persone, ricordando che la popolazione della nostra regione ha, fortunatamente, un’aspettativa di vita elevata e quindi anche un’età media elevata, è molto chiaro: dovete stare tranquilli perché non siete e non sarete considerati dei predestinati al virus, nemmeno dei cittadini di serie B. Il Presidente dell’Ordine, Maurizio Rocco, interviene ricordando ai medici l’obbligo deontologico di contrastare ogni forma di discriminazione nell’accesso alle cure come previsto sia dalla Costituzione ma anche dal Codice di deontologia medica (art.6)”.
I vari bollettini e le reportistiche sui dati “tendono – spiega il medico – a giustificare la mortalità elevata con l’età e/o con la correlazione fra la mortalità e la comorbidità, ovvero la presenza di altre patologie preesistenti quali, ad esempio, diabete tipo 2, ipertensione, cardiopatie ischemiche, aritmie cardiache molto comuni, ed altre, anche se ben trattate e controllate”.
Non è così, smentisce con fermezza il segretario dell’Ordine: “Da medico posso dire che si tratta di patologie molto diffuse e spesso legate le une alle altre e molto comuni dopo i 50 anni. I dati sono e saranno preziosi a livello epidemiologico ma non sono efficaci a livello comunicativo in quanto rischiano di ingenerare ansia e disagio inutili in un’ampia fetta della popolazione”.
Queste persone manifestano ai medici il timore di non essere curate a sufficienza, vista l’età e/o per le malattie da cui sono già colpiti. “Questi pazienti – prosegue il medico Da Porto – sono a volte terrorizzati all’idea di essere considerati di serie B rispetto a chi ha un’età inferiore o non presenta altre malattie; si sentono soli e sentono maturare intorno a sé una sorta di colpevolizzazione sociale, più o meno conscia, in quanto anziani o portatori di altre patologie”.
Non è giusto che questa ampia fetta di popolazione – questo il pensiero della categoria professionale – possa essere sfiorata dal dubbio, come purtroppo lo è, di essere predestinata a finire tra il numero dei decessi per o con coronavirus.
“No. Stiano tranquilli, continuino ad assumere le loro terapie, a rispettare le regole dettate dalle autorità sanitarie ed a farsi seguire dai propri medici di famiglia seguendone i consigli. Non deve e non può passare la stigmata di appartenere a queste categorie, in particolare in un momento delicato come questo. Il nostro sistema sanitario regionale ha tutti gli strumenti per garantire a tutti il massimo delle cure sia in termini di qualità sia di posti letto. L’Ordine vuole essere garante di questi principi ed al contempo del grande senso di responsabilità e della professionalità di tutti colleghi/e che ogni giorno sono impegnati a garantire la salute e la sicurezza sanitaria di tutti i cittadini”.