L’Ecstasy è un vecchio composto chimico degli anni sessanta derivato dall’anfetamina, identificato con la sigla MDMA e commercializzato sotto forma di pasticche compresse con nomi svariati come Eva, Adam, ufo, cuoricino. Possiede un potente effetto stimolante, euforizzante ed anoressizzante. Migliora la capacità di attenzione e di concentrazione, dà coraggio, potenzia la memoria, fa riaffiorare ricordi di infanzia. È un empatogeno e consente di entrare in sintonia con gli altri favorendo sensazioni di intimità e vicinanza, l’introspezione e il contatto con se stessi.
La combinazione con la musica e il ballo può essere pericolosa in quanto, non consentendo di avvertire la fatica, determina iperattività e ipertermia fino a 40 gradi con collassi e aritmie cardiache. La morte è improvvisa per problemi cardiocircolatori.
Sono descritti in letteratura casi di necrosi epatica fulminante, di depressione profonda, di crisi dissociative (deliri di persecuzione, attacchi di panico, paure incontrollabili, voci allucinatorie), di demenza o di parkinsonismo nei soggetti predisposti. Quando l’effetto svanisce ci si sente depressi e irritabili. La sua produzione è abbastanza semplice. Non è necessario un vero laboratorio chimico, ma una semplice cucina ed uno stampo per trasformare la polvere in pasticche.
La testimonianza che vi propongo di seguito è quella di un giovane che in seguito all’assunzione di pasticche è “impazzito”. La sua vita dal 1998 è stata un continuo perdere. Abbandona gli studi di ingegneria nonostante un buon curriculum scolastico. Gestisce un negozio, ma rapidamente fallisce. Perde la fidanzata che, spaventata, fugge lontano. Inizia ad avere problemi di giustizia per piccoli furti negli ipermercati.
Adesso grazie alla terapia neurolettica sta meglio. In seguito ad una mia perizia e ad un Tribunale illuminato ha evitato il carcere per incapacità di intendere e di volere. A questo proposito voglio ricordare che le carceri, ormai, sono ridotte a gironi infernali, dove i suicidi sono aumentati. Anche i poliziotti penitenziari si tolgono la vita.
A Benevento abbiamo avuto casi clamorosi. Un poliziotto si è impiccato davanti la sua abitazione, un altro prima ha ucciso la moglie poi si è suicidato. A Sulmona addirittura la Direttrice si è tolta la vita. In Calabria un dirigente Regionale si è sparato.
LA TESTIMONIANZA
“Mi ha salvato la fede in Dio e l’Eucarestia”
Mi chiamo Nazzareno e sono del 1963. Ho quasi 47 anni. La mia infanzia e la mia adolescenza sono trascorse in modo sereno e senza problemi. Poi mi sono diplomato al liceo scientifico col voto di 54/60 e mi sono iscritto alla facoltà di Ingegneria Meccanica con indirizzo Motori. Ho superato 9 esami brillantemente, poi mi è capitata una disgrazia. Insieme ad alcuni amici ho iniziato a “calare” pasticche di ecstasy. Anche se da poco tempo avevo perso mia cugina Angela per un’overdose di eroina tagliata male, non mi sono fermato. Io ho pianto lacrime amare di rabbia e dolore perché mia cugina era una ragazza speciale, piena di vita, di speranza e di amore, oltre ad essere dolcissima. Angela per me non è morta: vive per sempre nel mio cuore!
Nel periodo immediatamente successivo, sempre per colpa delle pasticche e dell’alcol, sono andato in tilt psicologico ed ho dovuto ricorrere a sedute psicoanalitiche da uno psicologo locale purtroppo incompetente, che non voglio nominare per delicatezza. La fidanzata l’ho trovata nel 2000. Non era bellissima, ma a me andava benissimo perché faceva bene l’amore e io me ne sono innamorato alla follia e la riempivo di regali.
Poi, dopo 2 anni di studi, ho abbandonato l’Università, perché sono rimasto schifato dalla cattiveria dei colleghi. Immaginate la delusione dei miei genitori, mia madre e mia sorella hanno versato lacrime amare per me, soprattutto perché ero sempre stato uno studente brillante: avevo la media del 27/30.
Dopo il fallimento degli studi, la mia fidanzata si è raffreddata con me, in quanto è rimasta delusa perché voleva sposare un ingegnere per far felici i suoi, anche se non mi amava più. A questo punto, siccome non mi è mai piaciuto fare il parassita figlio di papà, mi sono messo a lavorare nel negozio di abbigliamento di mio padre, il quale me lo ha ceduto ed io l’ho rinnovato con profitto.
Intanto lo psicologo, che intascava 50 € ogni settimana, mi ha scaricato dicendomi che aveva sbagliato tutto con me e che avrei dovuto rivolgermi ad uno psichiatra. Allora, disperato all’idea che nessuno potesse aiutarmi ad uscire da quel tunnel, ho consultato due maghi, esorcisti, imbroglioni, i quali non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, mi hanno fatto 3 riti satanici, dopodiché sono impazzito: in breve mi è venuta la schizofrenia, che si è manifestata con una bouffée delirante acuta, causata anche da un’intossicazione da alcol e ecstasy.
Nel reparto di psichiatria sono stato ricoverato ben 8 volte e non sono riusciti ad aiutarmi, anzi, dopo che la ragazza mi ha lasciato ho tentato il suicidio 2 volte, ma sono ancora vivo. Il mio problema è che sento le voci che mi insultano e mi esortano a suicidarmi dicendo che sono pazzo, esaltato, gay, pedofilo e impotente.
Mi ha salvato la fede in Dio e l’Eucarestia. Soprattutto il mio amico Massimo che mi ha indicato il gruppo di mutuo aiuto, trovato in internet, diretto dal dott. Pierluigi Vergineo, insieme a Maurizio, Daniele Don Cosimo, Maria Grazia, Giovanna, Francesco, Donato e Maddalena, Leucio, Antonio e tanti altri soci.
Grazie a tutti di vero cuore! Vi voglio bene!