Pisa, 16 agosto 2018 – Lo scorso luglio è stato eseguito dal dott. Marco Solinas, Direttore dell’Unità complessa di Cardiochirurgia dell’adulto dell’Ospedale del Cuore di Massa (OPA della Fondazione Toscana “G. Monasterio” per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica – CNR) e dalla sua équipe un raro intervento, tra i pochi descritti dalla letteratura internazionale.
Un uomo, F.M., di 70 anni, era giunto all’OPA dall’ospedale “San Cataldo” di Pisa gestito dalla stessa Fondazione, per un grave quadro di scompenso cardiaco. Gli specialisti del “San Cataldo” hanno immediatamente diagnosticato una endocardite batterica che aveva coinvolto le 3 principali valvole cardiache: valvola aortica, mitralica e polmonare. Come è noto, l’endocardite è l’infiammazione del rivestimento interno del cuore (endocardio) e quella batterica è un’infezione scatenata dalla presenza di microrganismi patogeni in grado di raggiungere il cuore attraverso il flusso sanguigno e provenienti da un altro distretto corporeo, spesso dalla bocca.
L’endocardite può danneggiare le valvole cardiache e, se non adeguatamente trattata, può diventare pericolosa per la vita. L’infezione del paziente era così profonda e deostruente che ha distrutto le valvole cardiache naturali, da rendere necessaria la sostituzione di tutte e tre le valvole con protesi biologiche. Il 70enne è stato recentemente dimesso in ottime condizioni.
Questo eccezionale intervento mette in evidenza che anche i casi più estremi possono essere trattati e risolti efficacemente da un lavoro di squadra “heart team”, che coinvolge le diverse figure specialistiche presenti all’interno dell’Istituto, valore aggiunto della Fondazione Monasterio.
Oltre a questo intervento, nelle trascorse settimane, sempre l’Unità complessa di cardiochirurgia dell’adulto dell’Ospedale del Cuore di Massa, ha eseguito quattro interventi da manuale su altrettanti pazienti giovani che ora godono ottima salute.
Alcuni giorni fa infatti tre giovani pazienti di 37, 51 e 54 anni, sono stati sottoposti – due dei quali in regime di urgenza – ad intervento mininvasivo di sostituzione della valvola e radice aortica con una protesi biologica di ultima generazione.
Questi sono tra i primi casi eseguiti in Italia con tale dispositivo. La caratteristica che rende tale protesi innovativa è un rivoluzionario trattamento del tessuto biologico di queste protesi, che sono fatte di materiale naturale particolarmente resistente alla fisiologica degenerazione.
Infatti le valvole precedenti hanno una durata di circa 14 anni, ma sono soggette a logoramento per la perdita della loro elasticità e, di conseguenza, il paziente deve essere rioperato con i rischi e pericoli che potrebbe comportare un secondo intervento con valvola cardiaca degenerata. Ora, invece, con queste nuove valvole biologiche la durata supera i 25-30 anni.
La struttura di queste valvole è pensata e progettata dal punto di vista ingegneristico per poter accogliere, qualora ve ne fosse la necessità, anche una nuova protesi posizionata per via percutanea. Da dire che queste caratteristiche permettono l’utilizzo di dispositivi biologici anche in pazienti più giovani, come ad esempio donne in età fertile, evitando l’utilizzo della terapia anticoagulante necessaria a vita nel caso di impianto di protesi meccanica.
Questi tre pazienti stanno bene e hanno ripreso la loro normale attività.
Recentemente, équipe provenienti da diversi parti del mondo, Inghilterra, Cina, Olanda, Messico, India, Turchia, Spagna, si sono susseguite nella frequentazione delle sale operatorie dell’OPA di Massa per apprendere le tecniche più moderne e all’avanguardia di chirurgia cardiaca mininvasiva.
Tali tecniche consentono di eseguire interventi complessi tramite piccolissime incisioni, con il vantaggio di un recupero funzionale molto più rapido e un decremento del dolore, delle infezioni, della necessità di trasfusioni ematiche da donatore, una migliore funzionalità polmonare e un notevole risultato estetico.