Roma, 24 luglio 2019 – Dopo un blocco di dieci anni, dopo 17 mesi di farraginose trattative, un rush finale di 15 giorni e un serrato confronto di 36 ore abbiamo firmato stanotte la preintesa per il CCNL 2016-2018.
Abbiamo fatto il nostro dovere per cercare di ottenere le migliori condizioni possibili per i nostri medici e dirigenti sanitari.
Un contratto che non registra alcun arretramento normativo ma significativi passi in avanti, che ci rimette in moto. Un contratto che colma un vuoto dove aziende e regioni hanno avuto mano libera nella gestione delle risorse umane, svincolate da norme e leggi.
Considerati i limiti economici dati dal Governo e l’atteggiamento delle Regioni, di più non si poteva ottenere. Ora occorre completare il lavoro a livello della contrattazione aziendale, cui tocca esercitare un ruolo da protagonista, e non da spettatore passivo, nelle scelte attuative. Ma anche pensare al prossimo rinnovo che è già alle porte, preparando per tempo piattaforme unitarie, questa volta sul serio.
Non è stato per noi un percorso facile. Per la prima volta abbiamo dovuto fare i conti non solo con la controparte pubblica, ma anche con una incredibile aggressività tra sindacati, caratterizzata da un uso sistematico della distorsione della realtà al fine di accreditarsi come gli unici veri tutori del bene dei medici o alternativamente dei dirigenti sanitari. Noi, invece di urlare, abbiamo sperato e lottato perché questo contratto vedesse la luce superando ostacoli e resistenze. Vediamo perché.
La Massa Salariale
Prima di tutto per prendere i soldi previsti, ancorché pochi. Una massa salariale di 518 milioni per il 2018, una media di 3200 euro a testa, circa 200 euro lordi al mese. Pochissimi, ma con la finanziaria imminente e la situazione politica incombente certamente a settembre-ottobre come qualcuno adombrava non saremmo stati meglio trattati. Avremmo perso certamente anche questi fondi con tutte le loro ricadute sulla previdenza e gli emolumenti futuri. Vedremo se chi ha dichiarato che non si firma un contratto ‘boiata’ non firmerà tra qualche giorno con la scusa di una firma ‘tecnica’. È un fatto che mentre portavamo avanti una trattativa faticosa con la controparte e il fuoco ‘amico’ nessuno ha dichiarato sciopero o altro. È un fatto anche che chi non ha firmato lo dichiarava da un anno, nonostante abbia amici dalla parte governativa.
Fondo unico
L’unificazione dei fondi, già comunicata due anni fa dall’atto di indirizzo e mai contestata, non solo non porterà danni a nessuno ma anzi ci darà occasione di rientrare sul tavolo delle disponibilità aziendali.
Lo sviluppo di carriera
Abbiamo impedito la marginalizzazione della professionalità, mantenendo la possibilità della carriera gestionale che altri volevano precludere in cambio dello sviluppo della carriera professionale che abbiamo mantenuto. Gli incarichi di Altissima specialità si aggiungono verso l’alto alla graduazione esistente (il 10% di tutti gli incarichi).
I Giovani
È un contratto con il quale molti di noi hanno voluto salvaguardare i giovani, per non farli scappare all’estero come già sta purtroppo accadendo. È stata riconosciuta l’anzianità cumulata anche con le interruzioni. E riconosciuta una indennità di posizione di 1.500 euro dove prima era il nulla. Ancora è stata riconosciuta l’obbligatorietà di avere un incarico dal momento dell’assunzione.
Le condizioni di lavoro
L’Italia è in ritardo sulle condizioni di lavoro e sull’osservazione dei turni di riposo. Con questo contratto viene mantenuta la indicazione della sede e del presidio definito come stabilimento. Aumentate o mantenute le indennità varie delle condizioni di lavoro. Stabilito un tetto numerico alle guardie, un importo raddoppiato da 50 a 100 euro e la possibilità di contrattare nelle aziende la remunerazione ulteriore.
La FASSID ha firmato con convinzione questo contratto. Era necessario. E, sopratutto in questo momento storico e politico, non si poteva fare di meglio, anche per non rimanere a tempo indeterminato fuori dai tavoli. Avremmo voluto di più ma con altrettanta certezza vi dico che avremmo potuto non avere nulla.
Attiveremo durante l’autunno riunioni nelle regioni e negli ospedali che ci consentiranno di affrontare le trattative regionali ed aziendali importanti come non mai nel momento in cui verso la fine dell’anno il contratto entrerà in vigore.
Ora al lavoro, con qualche certezza in più.
Corrado Bibbolino
Coordinatore Nazionale FASSID (AIPAC, AUPI, SINAFO, SIMET, SNR Dirigenti)
Cosa prevede il nuovo contratto
Ecco i punti principali dell’intesa:
- I medici e dirigenti con più di 5 anni di anzianità avranno la certezza di avere un incarico. Chiarito l’obbligo delle aziende di dare un incarico retribuito a tutti, anche a coloro che hanno lavorato a tempo determinato, con o senza soluzione di continuità.
- La maggior parte dei medici con più di 5 anni di anzianità riceverà un aumento di 2.000 euro sulla retribuzione di posizione. Oltre all’aumento economico previsto per tutti i dipendenti pubblici, circa 30 mila medici passeranno da 3.600 euro a 5.500 euro di posizione.
- Aumenta la parte fissa di tutte le posizioni gestionali e professionali, vengono storicizzati i fondi e le posizioni e aumenta la quota pensionabile.
- I giovani medici neoassunti anche sotto i 5 anni avranno una retribuzione fissa di posizione. Come mai successo prima d’ora, passeranno subito da 0 a 1.500 euro annui.
- Si stabiliscono quattro step di posizioni fisse per gli incarichi professionali, che salgono da un minimo di 5.500 euro a 6.500 fino a un massimo 11.000 o 12.500 annui.
- Una clausola di garanzia assicura a tutti una retribuzione di posizione certa in base all’anzianità ed a prescindere dall’incarico. 5.000 euro al passaggio dei 5 anni, 6000 al passaggio dei 15 anni e 7.000 al passaggio dei 20 anni.
- L’indennità di guardia notturna sale da 50 a 100 euro per notte, 120 euro per chi lavora in pronto soccorso. Dopo i 62 anni a richiesta si può essere esonerati dalle guardie.