“È meglio il fuoco della passione o l’amore del focolare?”
Vivere un legame privo di passione ed entusiasmo, sognando il principe azzurro che regali attimi di eros coinvolgente ed entusiasmante, è una delle inquietudini di molte, moltissime donne.
Da sempre le donne hanno condotto una “doppia vita amorosa”: da un lato la relazione reale con il marito, fatta di routine e spesso di noia, dall’altro la relazione fatta spesso solo di “sogni”. Alcune a questi sogni hanno dato vita, vivendo relazioni extraconiugali, altre invece si sono limitate a fantasticare, a far vivere nella propria mente i desideri, le pulsazioni e il loro vero IO.
Quando però si presenta la possibilità di scegliere se restare con il marito, con il quale hanno costruito un pezzo della loro vita, o lasciarsi trasportare dalla bruciante passione per la novità, poche donne sono in grado di scegliere, poiché ogni scelta appare dolorosa ed angosciante. Per la donna è un vero tormento il continuare a chiedersi: “Lascio mio marito, oppure chiudo con l’altro?”, “È meglio il fuoco della passione o l’amore del focolare?”… Ecco perché, a volte, per evitare di fare il grande passo, alcune donne decidono di condurre vite parallele e in questo modo dividono il loro cuore a metà.
Gli amori doppi, le storie parallele, sono un modo per sentirsi vive, la voglia di sognare e di vivere un amore romantico è spesso, per alcune donne, una necessità fisiologica, dettata dal desiderio di provare nuove sensazioni, che le portano via dal “grigiore della quotidianità” che loro stesse hanno scelto.
Altre invece vivono storie parallele poiché si sentono trascurate dal proprio marito e con il tradimento sembrano voler ottenere un risarcimento emotivo.
Un caso “tipico” è quello della donna che sposa l’uomo che le da la sicurezza economica, la serietà e la certezza del futuro, ma per reazione a tutto questo mondo “perfetto ed ovattato” cerca l’amante passionale, istintivo e che le dà solo l’incertezza e il batticuore.
Le donne che vivono questo stato di “insoddisfazione” dovrebbero, come prima cosa, chiarire a loro stesse se vogliono continuare a condurre un’esistenza votata alla tranquillità e sicurezza e alla noia, oppure se vogliono iniziare a vivere una vita fatta di emozioni e d’amore, ma anche di… incertezze! La vita è fatta di scelte: se le donne vogliono mantenere fede alla promessa fatta in passato è assolutamente inutile continuare a piangere, perché quello che hanno scelto è ciò che hanno! È anche inutile e scorretto continuare a illudere i propri mariti, che va tutto bene, quando nel loro cuore, desidererebbero altro o soprattutto un altro.
I mariti o compagni di vita non devono essere uno strumento, probabilmente ignaro, di tale egoismo, non devono essere una “cara comodità”, una spalla su cui appoggiarsi e su cui riversare la responsabilità di risolvere quello che loro stesse non sono state in grado di risolvere. Ci sono troppe donne che si sposano non per amore ma per “tranquillità” e “comodità” e poi si lamentano di non vivere il fuoco della passione e tradiscono, e invitano i mariti delle altre a tradire con loro, e poi piangono quando il proprio marito le tradisce…
L’alternativa a questa vita infelice è quella di diventare indipendenti, autonome e magari in futuro innamorate del principe azzurro, anche se prive di “certezze”. Dopotutto ogni scelta richiede un grande coraggio: sia lasciare tutto per la passione, sia vivere la routine della quotidianità, sia vivere un rapporto a tre: lo stesso Alexandre Dumas figlio scrisse: “Il matrimonio è una catena così pesante che per portarla bisogna essere in due. E spesso in tre”…