Donne in neurochirurgia

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donne-in-neurochirurgia-sinchRoma, 7 dicembre 2015 – Si svolgerà l’11 dicembre a Reggio Emilia, presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova il Congresso Nazionale delle donne in neurochirurgia. Un evento di ampia risonanza che vedrà decine di esperte neurochirurghe discutere dei più importanti temi: dalle pari opportunità professionali ai tumori cerebrali in Italia. Epidemiologia e distribuzione gender correlata, dall’aggiornamento in neuroncologia a quello in neurochirurgia.

Decine di donne neurochirurghe saranno relatrici delle più importanti sessioni del Congresso che ha come presidente il prof. Franco Servadei, presidente della Federazione mondiale dei neurochirurghi. Tutta al femminile anche la Segreteria scientifica del Congresso che ha ricevuto decine di importanti lavori scientifici.

Di questa importante kermesse scientifica ne abbiamo parlato con Alberto Delitala, presidente della Società italiana di Neurochirurgia che così ha commentato: “La donna in Italia fa più fatica ad affermarsi rispetto ad altri paesi europei, dotati da anni di strumenti di tutela della maternità e della famiglia, da noi ancora in embrione. A tutt’oggi le donne neurochirurgo, che già costituiscono la maggioranza nelle Scuole di Specializzazione, hanno un forte tasso di desistenza e la loro progressione di carriera è più difficoltosa, più lenta, talvolta impossibile. Peccato, perché l’accuratezza tecnica e la passione per il dettaglio ben si sposano con la nostra specialità; con me lavorano tre donne neurochirurgo, una più brava dell’altra, appassionate, certamente non seconde ai colleghi uomini. Ma in Italia le donne neurochirurgo che abbiano raggiunto un ruolo apicale non si contano sulle dita di una mano. Non è certo con le quote rosa che risolveremo quest’anomalia; la proposta, che pure aleggiava fino al Congresso di Napoli (giugno 2015), è stata definitivamente bocciata dalle stesse colleghe, che aspirano invece a conquistare da sé quei ruoli finora appannaggio degli uomini, senza ‘quote azzurre’. L’Italia, anche in questo, è divisa in due; ma non classicamente tra nord e sud, ma tra regioni virtuose e quelle sotto piano di rientro; in queste ultime se una collega rimane incinta non è una gioia come dovrebbe essere, ma una sventura per il reparto che per molti mesi non avrà alcuna sostituzione. È da qui che bisogna ripartire. La donna incinta, soprattutto se esposta a radiazioni ionizzanti e gas anestetici, deve essere subito sostituita; l’idea che si possa affidarle l’ambulatorio o altre attività di minor aggravio, pur logica, va a scontrarsi con l’anzianità di molti reparti. E noi come Società Scientifica, quali iniziative vogliamo intraprendere? Nulla! Se non quella della valorizzazione dei talenti e delle competenze, sia rosa che azzurre”, conclude Delitala.

Di seguito il programma del Congresso: programma-donne-in-neurochirurgia

fonte: ufficio stampa

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