Arezzo, 13 novembre 2017 – Martedì 14 novembre ricorre la giornata mondiale contro il diabete. Ad Arezzo è in programma un convegno dal titolo “Donna & Diabete”. Si terrà all’auditorium Pieraccini a partire dalle 9.00 con interventi mirati su menopausa, diabete mellito, l’importanza dell’attività fisica, dell’alimentazione e degli stili di vita.
Saranno anche presentati dei progetti, tra cui l’addestramento dei cani per diabetici e le nuove associazioni dei pazienti. L’associazione diabetici, inoltre, sarà disponibile, sabato 18 novembre dalle 15.00 alle 19.00 all’Ipercoop Setteponti per la misurazione della glicemia e il calcolo del rischio di diabete mellito.
L’edizione 2017 della Giornata è dedicata, in particolare, alla prevenzione di questa patologia nelle donne, per fare sensibilizzazione sull’importanza di un accesso equo per tutte coloro che soffrono di diabete o sono a rischio di svilupparlo; sull’importanza dei farmaci e delle tecnologie essenziali per la gestione del diabete, nonché sull’importanza dell’informazione, necessaria per ottenere risultati ottimali nel trattamento del diabete e rafforzare la capacità di prevenirlo.
“Una donna su dieci è infatti diabetica” – spiega Lucia Ricci direttore Diabetologia Arezzo – I momenti cruciali nella vita ormonale delle donne, il sovrappeso e l’obesità, la scarsa attività fisica, l’assunzione di farmaci, la predisposizione genetica contribuiscono all’aumento del diabete nel genere femminile. Uno stile di vita sano e l’attenzione alla qualità e cottura del cibo servono per prevenire il diabete di tutta la famiglia, ecco perché è importante il ruolo della donna”.
La giornata mondiale del diabete è stata istituita dall’International Diabetes Federation e dall’Oms nel 1991. Nel nostro Pese viene organizzata dal 2002, grazie alle Società scientifiche e con il supporto delle Aziende sanitarie, di medici e infermieri, diabetologi, dietisti, associazioni di pazienti, volontariato. La campagna, denominata “Sfidiamo il Diabete”, ha la finalità di sensibilizzare i cittadini e informarli correttamente su questa patologia che, in Italia, interessa poco meno del 7% della popolazione tra casi diagnosticati (3 milioni di persone, pari 4.9%) e non ancora diagnosticati (1 milione di persone, pari all’1.6%).