Donazione samaritana in Italia innesca una catena cross-over di trapianti di rene da vivente. È il secondo caso nel nostro Paese

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sala-operatoria-chirurgia-aou-seneseRoma, 15 luglio 2016 – Una catena di trapianti incrociati di rene da vivente in modalità cross-over è stata eseguita in questi giorni consentendo di donare e trapiantare quattro pazienti. La catena cross-over è stata possibile grazie al secondo donatore samaritano che ha innescato questo effetto domino che ha permesso a 3 coppie di donare e ricevere un rene. La catena si è conclusa con il trapianto di un paziente iscritto nella lista d’attesa da cadavere.

Questo caso è di particolare rilevanza perché grazie alla donazione da vivente cross-over è stato possibile incrociare in successione tutti i donatori e i riceventi delle coppie – idonei al trapianto da vivente ma incompatibili tra di loro a livello immunologico o per gruppo sanguigno – creando una catena di donazioni e di trapianti.

Il primo anello di questa catena è stato un donatore da vivente samaritano, un singolo donatore che, senza alcun legame affettivo con i riceventi, ha deciso di donare un proprio rene a scopo di trapianto per salvare la vita di un paziente. Un gesto altruistico che in Italia è ammesso solo per il rene, e segue gli indirizzi espressi dal Comitato Nazionale di Bioetica del 23 aprile 2010 e dal Consiglio Superiore di Sanità del 4 maggio 2010, nel rispetto della legge n. 458/67 e del suo regolamento attuativo n. 116 del 16 aprile 2010.

Il donatore samaritano è stato inserito in un programma di carattere nazionale gestito dal Centro Nazionale Trapianti che prevede un iter specifico e scrupoloso per la valutazione clinica del donatore, la valutazione psicologico/psichiatrica e una valutazione di parte terza che, per la donazione samaritana, viene compiuta da una commissione nazionale. Superate queste tre fasi il donatore samaritano è stato considerato idoneo e ha seguito il protocollo gestionale che prevede l’allocazione dell’organo donato nel programma cross-over.

Per trovare la catena ideale tra queste 3 coppie è stato necessario progettare una combinazione basata su un primo livello di abbinamento tra donatori e riceventi eseguito dagli esperti del Centro Nazionale Trapianti. Il laboratorio di tipizzazione tissutale e immunologia dei trapianti del Centro Regionale Trapianti Lazio ha eseguito i test clinici dei campioni di siero dei riceventi con le cellule dei donatori confermando i cross match negativi e quindi l’idoneità della catena.

Martedì 5 luglio alle ore 6.10 il secondo donatore di rene samaritano d’Italia ha donato il proprio rene in un centro della Lombardia e da quel momento è partita una organizzazione complessa che ha riguardato 4 donatori (1 maschio e 3 femmine) e 4 pazienti (3 maschi e 1 femmina) che hanno ricevuto il trapianto.

Questa catena, durata 33 ore e mezzo, ha coinvolto il coordinamento nazionale (CNT), il coordinamento operativo (CNTO) nella gestione delle procedure di prelievo e trapianto, la Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese Ospedale Santa Maria alle Scotte, l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la Polizia di Stato.

Tre i centri in cui sono stati prelevati i quattro reni, tre i centri di trapianto che hanno ricevuto gli organi donati, 4 équipe e circa 55 persone coinvolte tra medici, infermieri, rianimatori, operatori della Polizia di Stato, che ha assicurato il rapido trasporto degli organi con personale della Polizia Stradale a bordo della Lamborghini Huracan, percorrendo circa 1.000 km, un processo seguito in diretta tramite il gruppo di Whatsapp creato dal CNT Operativo per un aggiornamento costante h24.

Trapianti da donatore samaritano, la catena è passata anche da Pisa e Siena
Ha attraversato anche la Toscana la catena virtuosa di donazioni e trapianti innescata dalla donazione samaritana di un donatore di Milano, e conclusasi a Bergamo. “È davvero molto bello che la Toscana abbia partecipato a questa catena di generosità e solidarietà, che è servita a salvare la vita a tante persone – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – Il primo grazie va alla signora che con il suo gesto altruista e disinteressato ha innescato questa catena. E poi via via a quanti hanno donato il proprio rene. E, naturalmente, a tutte le équipe che con il loro lavoro e la loro professionalità, hanno reso possibile questo evento straordinario. Anche in questo caso, i fatti dimostrano la qualità del sistema sanitario toscano e il livello dei suoi professionisti. Grazie davvero a tutti”.

A PISA – A Pisa sono stati eseguiti 2 trapianti e due prelievi di rene da donatore vivente con tecnica laparoscopica pura, che hanno richiesto l’impiego di 4 sale operatorie in contemporanea, dalle 10.00 del mattino alle 20.00 della sera. Questo l’elenco di tutti gli operatori sanitari coinvolti: Chirurghi (Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti – Direttore, prof. Ugo Boggi): professor Ugo Boggi, professor Fabio Vistoli, dottoressa Nelide De Lio, dottoressa Linda Barbarello, dottor Stefano Ferretti, dottor Fabio Caniglia, dottoressa Francesca Costa, dottor Vittorio Perrone; Anestesisti (Unità operativa di Anestesia e rianimazione trapianti – Direttore, dottor Gianni Biancofiore): dottor Gianni Biancofiore, dottoressa Gabriella Amorese, dottor Giovanni Consani, dottoressa Giorgia Pratesi, dottor Simone Di Matteo; Infermieri (Blocco operatorio Edificio 6 – Coordinatrice infermieristica, Marilise Ibba): Marilise Ibba, Federica Ambrosini, Antonio Patalani, Fabio Ribechini, Marzia Gentilini, Stefania Pignato, Silvana Ferrari, Antonio Carlino, Antonio Pompameo, Massimiliano Niccolai, Serena Giordani, Giulia Pecorari, Diego Barsanti, Veronica Simoncini, Francesco Antoni, Alessandra Del Carlo, Raffaele Visone, Alessandra Landi, Giovanna Marinai, Renzo Verdigi, Veronica Panetti.

Nelle fasi di valutazione clinica e immunologica delle 2 coppie pisane che hanno partecipato alla catena di trapianti sono stati coinvolti anche i seguenti professionisti: Nefrologi (Unità operativa di Nefrologia e trapianti – Direttore, professoressa Maria Francesca Egidi): professoressa Maria Francesca Egidi, dottor Massimiliano Barsotti; Unità operativa di Medicina trasfusionale e biologia dei trapianti (Direttore, dottor Fabrizio Scatena): dottor Fabrizio Scatena, dottor Alessandro Mazzoni, dottoressa Maria Luciana Mariotti, dottoressa Silvia Fornaciari; Infermieri coordinamento trapianti di rene e di pancreas (coordinatrice infermieristica Daniela Bellissimo): Rosalba Fazio, Alessia Giovannelli, Simonetta Casotti, Perla Bresciana, Giovanna Pistelli.

A SIENA – A Siena, la duplice operazione ha visto impegnati, il prof. Mario Carmellini, direttore dell’Unità operativa chirurgia trapianti di rene, i chirurghi Andrea Collini, Gabriele Ugolini e Giuliana Ruggeri, il chirurgo specializzando Stefano Pizzoleo, gli anestesisti, tutto il personale di sala operatoria, terapia intensiva e dell’UOC Nefrologia Dialisi e Trapianti diretta dal dottor Guido Garosi.

“L’uomo che ha ricevuto il trapianto – spiega il prof. Mario Carmellini, direttore UOC Chirurgia Trapianti di Rene – era in lista di attesa da tre anni ed era in dialisi da sette anni. La sua situazione si è sbloccata grazie a questa donazione samaritana, avendo con la moglie una incompatibilità insuperabile”.

Alle ore 8.32 di mercoledì 6 luglio è iniziato il prelievo del rene alla moglie dell’uomo, una 42enne originaria della provincia di Viterbo. Alle 16.42 il rene è arrivato a Bergamo per chiudere la catena samaritana, iniziata a Milano il giorno precedente e che ha visto le tappe di Pisa e Siena nell’arco di poche ore.

“Abbiamo prelevato il rene alla moglie dell’uomo con una tecnica robotica laparoscopica – spiega il dott. Andrea Collini, chirurgo della UOC Chirurgia Trapianti di Rene – Si tratta di un prelievo mininvasivo che permette un decorso post operatorio rapidissimo. La mattina successiva all’operazione, la signora ha mangiato ed è andata a trovare il marito convalescente”.

“Essere protagonisti in una catena samaritana come questa – conclude Pierluigi Tosi, direttore generale AOU Senese – è per noi motivo di orgoglio. Inoltre si tratta di una conferma importante del lavoro che stiamo facendo con i trapianti di rene. Siamo il centro toscano di riferimento e tra i primi cinque centri in Italia per risultati e per le differenti modalità di trapianto che offriamo ai nostri pazienti”.

fonte: ufficio stampa

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