Équipe di chirurghi, rianimatori, infermieri, biologi, patologi e tecnici sono stati impegnati in un superlavoro di squadra per permettere a undici persone di poter “tornare alla vita”
Milano, 3 gennaio 2020 – Nei giorni in cui l’anno vecchio stava lasciando il posto al nuovo, all’ospedale Niguarda si vivevano momenti intensi e frenetici. Mentre fuori dalle mura dell’ospedale fremevano i preparativi per i festeggiamenti di Natale e del cenone di fine anno, all’ospedale Niguarda équipe di chirurghi, rianimatori, infermieri, biologi, patologi e tecnici erano impegnati in un superlavoro di squadra per permettere a 11 persone di poter “tornare alla vita”.
In soli 5 giorni sono stati prelevati 15 organi da 4 pazienti deceduti in ospedale, che sono stati poi trapiantati a 11 persone, tra cui due bambini.
Un fermento di generosità e di dedizione al lavoro che non si fermano mai, anche quando il resto del mondo festeggia o è in pausa. Quanto accaduto in questi giorni, infatti, ha avuto di straordinario anche la capacità con cui l’ospedale ha saputo mettersi in moto per poter effettuare tutte le procedure necessarie e quasi 30 ore totali di sala operatoria.
I donatori avevano un età compresa tra i 19 e gli 81 anni e uno di loro a sua volta in passato aveva ricevuto un trapianto. Certamente il dolore per la perdita di una persona cara non può essere colmato facilmente, ma decidere di donare gli organi può riaccendere una speranza di vita a chi non ha altre possibilità di sopravvivenza. La donazione implica, infatti, un nuovo modo di concepire i rapporti fra le persone, perché ciascuno diventa responsabile della salvezza di altre vite con un semplicissimo, ma non banale “sì”, che è un “sì” alla vita.
In particolare in questa circostanza, la gratuità del dono, tradotta in concretezza dei fatti grazie al lavoro di squadra e alla coralità del Niguarda, sembra proprio avere assunto la forma di una scommessa vincente per il futuro.
La donazione e il trapianto di organi e tessuti costituiscono uno dei progressi più straordinari non solo della terapia, ma anche della solidarietà umana.