Disturbi della vista: ecco quando possono essere sintomo di ictus

Dott. Andrea Vianello

Roma, 12 settembre 2024 – La paralisi di un solo lato del corpo e la difficoltà a parlare sono i sintomi più noti e più facilmente riconoscibili dell’ictus cerebrale; meno conosciuti, invece, sono i problemi collegati alla vista: la visione offuscata, doppia o una improvvisa cecità in uno o entrambi gli occhi sono anch’essi sintomi di un possibile ictus in corso.

I disturbi visivi che possono essere espressione di un ictus, sempre a comparsa improvvisa, possono essere di vario tipo:

  1. impossibilità alla visione da un solo occhio (“amaurosi”);
  2. visione sdoppiata di oggetto osservato con entrambi gli occhi (”diplopia”, in tal caso la visione doppia scompare se si guarda con un occhio solo);
  3. difficoltà alla visione degli oggetti in una metà del campo visivo, a destra o a sinistra (“emianopsia”);
  4. visione offuscata per una oscillazione degli oggetti fissati (“oscillopsia”).

Nel primo caso si tratta di un disturbo circolatorio a carico dell’occhio, in particolare della retina; poiché le arterie che conducono sangue verso il cervello lo portano anche verso l’occhio, un disturbo con queste caratteristiche, a livello oculare, deve destare sempre il sospetto di un disturbo della circolazione cerebrale. Negli altri casi, invece, il sistema circolatorio interessato è quello delle arterie vertebrali, quelle cioè che decorrono lungo le vertebre cervicali.

Non è semplice quantificare i disturbi della vista tra tutti i sintomi dell’ictus, in parte perché possono passare inosservati o sottostimati, in parte perché spesso si ritiene che un sintomo visivo sia di esclusiva competenza oculistica anziché neurologica. Si può comunque stimare che almeno il 20% di tutte le persone colpite da ictus ischemico presenti un disturbo della vista tra quelli elencati.

“È importante che la popolazione sia consapevole che anche i disturbi visivi vadano annoverati tra i sintomi di un possibile ictus cerebrale – dichiara il dott. Massimo Del Sette, Direttore U.O.C. Neurologia Policlinico San Martino di Genova – Riconoscerli è fondamentale perché può fare risparmiare tempo prezioso per iniziare le terapie prima possibile, consentendo una diagnosi più precoce e garantendo un trattamento più efficace. I problemi visivi spesso vengono sottovalutati, o attribuiti a problemi oculari, oppure, specie se associati a cefalea, attribuiti a crisi emicranica”.

La perdita parziale o totale del campo visivo, in uno o entrambi gli occhi, è uno dei problemi visivi più comuni dopo un ictus e necessita di una riabilitazione specifica per aiutare la persona a gestire il cambiamento del suo campo visivo. In Italia si stima che il 60% delle persone sopravvissute ad un ictus sviluppino un’emianopsia; di queste, circa il 50% guarisce spontaneamente nel primo mese, mentre dopo 6 mesi l’emianopsia diventa cronica.

Una volta superata la fase acuta dell’ictus, è possibile seguire un percorso di riabilitazione in modo da migliorare quanto più possibile le funzioni visive perdute. Dopo un ictus, il nostro cervello non può far crescere cellule nuove in sostituzione di quelle che sono state danneggiate, ma ha la capacità di riorganizzare quelle non danneggiate e compensare, quindi, quello che è andato perduto grazie alla sua neuroplasticità. Oggi vi sono diverse possibilità di recupero anche attraverso strategie di riabilitazione o di rieducazione alla visione, una funzione che è fondamentale per l’autonomia delle persone.

La riabilitazione visiva richiede un lavoro in équipe multidisciplinare e la creazione di un progetto personalizzato, che preveda un percorso capace di accompagnare anche i possibili risvolti psicologici. La diagnosi, realizzata da un oculista, da un ortottista o da un neurologo specializzato in ictus e ipovisione, dovrebbe avvenire prima di lasciare l’ospedale, ma la persona colpita da ictus potrebbe essere in seguito indirizzata a un Centro di Riabilitazione per le Disabilità Visive.

Nessun trattamento può rimuovere il problema e riportare la persona allo stato di salute iniziale ma esistono esercizi da fare a casa e, grazie all’utilizzo di dispositivi medici per la telemedicina che consentono quindi di essere seguiti da remoto dal professionista di riferimento, è possibile migliorare notevolmente la visione.

“La conoscenza dei fattori di rischio e il riconoscimento tempestivo dei sintomi, insieme al fattore tempo, sono fondamentali in questa patologia – conclude Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia odv – Il rischio ictus può essere ridotto seguendo alcuni semplici consigli, come: smettere di fumare; ridurre ipertensione e colesterolo attraverso una dieta sana; perdere peso in eccesso; limitare l’uso di alcolici; fare una regolare attività fisica (fin da bambini) e assumere i farmaci e sottoporsi agli esami prescritti e indicati dal proprio medico”.

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