Disturbi alimentari nel bambino, si combattono con la diagnosi precoce

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In occasione della VI giornata nazionale del fiocchetto lilla gli esperti del Bambino Gesù risponderanno in diretta alle domande degli utenti

mamma-bambino-pratoRoma, 14 marzo 2017 – L’ARFID o Disturbo dell’alimentazione evitante/restrittivo è il più recente tra i Disturbi Alimentari ad essere stato classificato secondo i criteri del DSM-5, il manuale statistico e diagnostico più usato in psichiatria. Come la Bulimia e l’Anoressia Nervosa, è un problema che può causare complicanze, anche gravi, se non trattato precocemente. La cura di questi disturbi che esordiscono in età sempre più precoce richiede il tempestivo intervento di un’equipe multidisciplinare e la completa collaborazione della famiglia.

La VI giornata nazionale del fiocchetto lilla (15 marzo) è l’occasione per i medici del Bambino Gesù di sottolineare l’importanza dei primi segnali a cui le famiglie dovrebbero prestare la dovuta attenzione, ma senza allarmismi. “Non so cosa fare. Non assaggia niente. Non sembra proprio interessato al cibo. Questo non riesco a farglielo mangiare…”. Frasi come queste fanno infatti parte dell’esperienza di molti genitori. In molti casi si tratta di problemi che si risolvono spontaneamente, ma in alcuni tendono a protrarsi nel tempo e a trasformarsi in veri e propri disturbi.

Per rispondere ai dubbi e alle domande di mamma e papà, gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno organizzato una diretta facebook (mercoledì 15 marzo dalle ore 15 alle 15.30) dedicata ai Disturbi Alimentari (D.A.) in età evolutiva. Per interagire col prof. Stefano Vicari e la dott.ssa Valeria Zanna – rispettivamente responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile e referente psichiatra per i Disturbi Alimentari dell’Ospedale – basterà connettersi al profilo facebook: https://www.facebook.com/ospedalebambinogesu/.

I DCA: un esordio sempre più precoce
I Disturbi Alimentari, in particolare l’Anoressia Nervosa, sono sempre più diffusi e l’esordio è sempre più precoce (negli ultimi anni si è registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni). Ciò è verosimilmente dovuto sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili. Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna etc.). Sia l’Anoressia che la Bulimia possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente.

L’incidenza dell’Anoressia Nervosa è stimata essere di almeno 8 nuovi casi per 100.000 persone in un anno tra le donne, mentre è compresa fra 0,02 e 1,4 nuovi casi per 100.000 persone in un anno tra gli uomini. L’incidenza della Bulimia Nervosa è stimata essere di almeno 12 nuovi casi per 100.000 persone in un anno tra le donne e di circa 0,8 nuovi casi per 100.000 persone in un anno tra gli uomini. Le forme più gravi colpiscono rispettivamente circa lo 0,9% e l’1,5% delle donne. I Disturbi Alimentari nell’ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell’anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso.

Questo rischio impegna i professionisti dell’infanzia e dell’adolescenza a una diagnosi precoce e a un intervento terapeutico corretto, centrato non solo sul comportamento alimentare ma anche sul disagio emotivo sottostante il sintomo, sulla sofferenza familiare, e sull’eventuale comorbidità psichiatrica. Il trattamento di questi aspetti può richiedere tempi diversi e prevede interventi in combinazioni variabili: psicofarmacologici, nutrizionali, psicoterapeutici individuali o di gruppo, di terapia familiare. L’impegno e la costanza dei genitori nel seguire la terapia è un elemento imprescindibile per la riuscita della stessa.

L’ARFID
Nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) l’American Psychiatric Association ha classificato una nuova forma di DCA, l’ARFID (Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder, in italiano disturbo evitante/restrittivo nell’assunzione di cibo). Colpisce soprattutto i bambini, già da 2-3 anni fino alla preadolescenza, e in particolare i maschi. Può manifestarsi in diverse forme, la più comune delle quali è un eccessiva selettività del cibo: chi ne è affetto infatti potrebbe prediligere solo alimenti di un determinato colore o di una specifica consistenza.

L’ARFID può manifestarsi anche sotto forma di una assunzione insufficiente di cibo. Questo fa sì che chi ne è colpito possa non assumere tutte le sostanze nutritive necessarie con possibili complicanze mediche e difficoltà che possono interferire con una corretta socialità.

fonte: ufficio stampa

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