Milano, 25 marzo 2024 – Il dott. Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoanalista Direttore U.O. Riabilitazione dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione, una per gli adulti e l’altra per i bambini, insieme al suo gruppo di ricerca del laboratorio di Neuroscienze Metaboliche sempre dell’Istituto Auxologico Italiano, ha realizzato un importante lavoro di revisione sistematica di tutta la letteratura scientifica nazionale e internazionale, dal Covid-19 ad oggi, che tratta le implicazioni della pandemia sul sistema nazionale e su i servizi per la cura dei DAN e che porta il titolo di “Effetti a breve e lungo termine della pandemia di Covid-19 sul Sistema Sanitario per le persone con disturbi alimentari”.
Da questa revisione si evince, come la pandemia da Covid-19 abbia avuto un impatto significativo sui trend di accesso di ricovero ospedaliero e sugli stessi servizi specialistici ospedalieri e ambulatoriali. Nel dettaglio, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2021, è stato registrato un notevole aumento negli accessi ospedalieri per disturbi alimentari in Italia, pari al 59,71%, sia nella fascia d’età 15-19 che in quella più giovane tra i 10 e i 14 anni.
Questi dati risultano in linea con le tendenze europee e internazionali, come riscontrato anche in Canada e negli Stati Uniti. È emerso, inoltre, un significativo aumento anche negli accessi al pronto soccorso e nel numero di ricoveri ospedalieri, con la prevalenza di disturbi alimentari a carattere restrittivo.
Nonostante sia stato osservato un picco di nuovi casi nell’agosto 2020, seguito da una stabilizzazione e successiva diminuzione nel secondo anno post esordio della pandemia, il volume delle visite rimane tuttora elevato rispetto ai livelli pre pandemici. L’aumento dei casi di DAN si associa per giunta a un aumento del 97% delle comorbilità psichiatriche, principalmente disturbi depressivi e ansiosi.
Nel tentativo di offrire una panoramica aggiornata sullo stato dell’arte relativo ai servizi specializzati in DAN in Italia e nel mondo in periodo pandemico e post pandemico, sono emersi sia elementi ‘barriera’, che facilitatori alla cura. In dettaglio si evidenzia che:
- le interruzioni nell’erogazione di servizi specializzati per la cura dei disturbi alimentari potrebbero in parte spiegare l’aumento degli accessi ai reparti di emergenza osservati durante e nel periodo immediatamente successivo alla pandemia da Covid-19;
- la carenza di servizi pubblici specializzati ha costretto molti pazienti a ricorrere a polizze assicurative private per accedere alle cure adeguate, rivolgendosi a centri privati;
- le tempistiche medie dall’esordio dei sintomi di disturbo alimentare all’attivazione di un percorso di cure specialistiche sono risultate essere di circa 2 anni, con un coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale (MMG) significativamente più basso in Italia rispetto ad altri Paesi europei;
- invece, il coinvolgimento della famiglia sembrerebbe poter agire come fattore che facilita la ricerca di cure specialistiche. Al contempo, l’aggravarsi di sintomi ansiosi e depressivi in comorbilità ha spesso agito come segnale d’allarme per l’attivazione di cure.
Nonostante le difficoltà riscontrate da servizi e pazienti nell’accesso alle cure specialistiche per DAN, la pandemia ha favorito nei diversi enti l’emergere di piani di transizione, che si sono spesso tradotti nella rapida transizione alla telemedicina. Quest’ultima sembra aver favorito la continuità e l’accessibilità delle cure erogate, risultando una strategia fruibile e accettabile sia per i pazienti che per i caregiver.
I dati mostrano che la telemedicina e i trattamenti di persona possono portare a risultati terapeutici sovrapponibili, se mantenuta la natura multidisciplinare dell’offerta di cura. Inoltre, la telemedicina potrebbe emergere come un possibile piano di transizione tra dimissioni da unità intensive e ammissione a centri di cure ambulatoriali o di comunità, considerando le lunghe liste d’attesa per tali servizi.
Nel complesso, questi risultati hanno permesso di mettere in luce la complessità degli effetti della pandemia da Covid-19 sul sistema sanitario per pazienti con disturbi alimentari in Italia e nel mondo, evidenziando l’importanza dell’adozione di approcci multidisciplinari, dell’implementazione di piani territoriali specifici e dell’integrazione della telemedicina per migliorare l’efficienza dei programmi di assistenza specialistica ed emergenziale nel panorama DAN.
“Questa ricerca può essere molto importante perché può aiutare i presidenti delle regioni, i ministri e la politica, a capire che cosa serve per ottimizzare gli investimenti e le risorse da impiegare per la cura dei disturbi del comportamento alimentare” afferma il dott. Leonardo Mendolicchio.