Dott. Carmine Gazzaruso, responsabile Diabetologia e Malattie Endocrino-Metaboliche dell’Istituto Clinico Beato Matteo: “La disfunzione erettile in un paziente diabetico è fortemente associata alla presenza di un’ischemia cardiaca silente. In questo caso, riferire al diabetologo le proprie disfunzioni sessuali può drasticamente ridurre la mortalità cardiovascolare e salvare la vita al paziente”
Vigevano, 26 novembre 2016 – Cominciano a Vigevano, i lavori di Lomellina Diabete, il convegno, giunto alla sua 8a edizione, che riunisce i maggiori esperti italiani di diabete. L’edizione 2016 è dedicata agli effetti del diabete su tutti i distretti vascolari, dal piede al cervello. L’elevato rischio di aterosclerosi collegato al diabete tende infatti a colpire tutte le arterie dell’organismo: la persona diabetica ha un elevato rischio sia di malattia coronarica (infarto), sia di vascolopatia cerebrale (ictus), sia di vascolopatia degli arti inferiori (piede diabetico).
La particolare fragilità vascolare del paziente diabetico costringe a trovare nuove modalità di identificare il rischio cardiovascolare e ridurlo al minimo, non solo relativamente la distretto coronarico, ma per tutte le altre arterie dell’organismo. Si tratta di una sfida particolarmente interessante nel soggetto diabetico che spesso presenta sintomi diversi e più sfumati rispetto a quelli ‘classici’.
Spiega il dott. Carmine Gazzaruso, responsabile dell’area dedicata alla Diabetologia e alle Malattie Endocrino-Metaboliche dell’Istituto Clinico Beato Matteo e direttore scientifico del convegno: “Nei diabetici dobbiamo diagnosticare gli eventi vascolari molto precocemente o quando ancora non danno sintomi. Un aiuto ci viene da settori spesso trascurati nella pratica clinica, come la sessualità: un lavoro del nostro gruppo dell’Istituto Clinico Beato Matteo ha già dimostrato che la disfunzione erettile in un paziente diabetico è fortemente associata alla presenza di un’ischemia cardiaca silente. In questo caso, riferire al diabetologo le proprie disfunzioni sessuali può drasticamente ridurre la mortalità cardiovascolare e salvare la vita al paziente: è importante che questa attenzione diventi quindi un patrimonio comune, in grado di cambiare le abitudini di presa in carico di questi pazienti”.
Durante il congresso ascolteremo anche gli studi che stanno indagando se esista un analogo nelle donne e se quindi la funzione sessuale femminile (valutata ad esempio in termini di presenza o meno di dolore nel rapporto, libido, grado di lubrificazione, orgasmo) possa avere un valore predittivo sulla salute cardiovascolare e su quale impatto possano avere gli stili di vita e la nutraceutica nella prevenzione.
fonte: ufficio stampa