Discalculia, un disturbo specifico dell’apprendimento. Come si manifesta?

bambini-a-scuolaLa discalculia è un disturbo specifico dell’apprendimento che coinvolge le abilità numeriche e di calcolo, è di natura neurobiologica e si verifica nell’ambito di uno sviluppo intellettivo nella norma.
Il bambino, solitamente, ha difficoltà:

  • nella scrittura dei numeri e fa confusione tra i simboli matematici;
  • nell’enumerazione, nei cambi di decina e/o omette numeri;
  • nel recupero dei risultati nei calcoli rapidi (come 2 + 2 = 4) o delle tabelline;
  • nelle procedure (calcoli in colonna, espressioni, ecc.);
  • di gestione dello spazio, con conseguenti problemi nell’incolonnamento delle operazioni;
  • nella risoluzione dei problemi aritmetici nonostante l’integrità delle capacità logiche.

La diagnosi viene effettuata da una équipe multidisciplinare (neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista), solo alla fine del terzo anno della scuola primaria.
La discalculia può presentarsi in isolamento o in associazione (più tipicamente) ad altri disturbi specifici.

Quali sono le conseguenze sul piano sociale?

  1. Mancata padronanza dei quantificatori di tempo (ieri, domani, giorni della settimana e del mese) e di spazio (distanze)
  2. Uso dell’orologio e rappresentazione del tempo (un’ora o ¼ d’ora)
  3. Uso del denaro (difficoltà ad imparare il valore di un insieme di monete, difficoltà con il resto).

La prevenzione può iniziare nella scuola dell’infanzia attraverso attività volte all’acquisizione di:

  • uguale/diverso;
  • relazioni spaziali (dentro-fuori, sopra-sotto, davanti-dietro, destra-sinistra);
  • relazioni temporali (prima-dopo);
  • dimensione (grande-piccolo, lungo-corto, alto-basso, stretto-largo);
  • peso (pesante-leggero);
  • quantità e numerosità (di più- di meno, troppo-troppo poco, tanti-pochi);
  • nome dei numeri da 1 a 10;
  • lettura e scrittura dei numeri da 1 a 10;
  • corrispondenza numero-quantità;
  • conteggio.

Il ruolo dell’insegnante è di equipaggiare l’allievo affinché possa fronteggiare i compiti matematici in modo strategico, senza valutarlo sulle sue difficoltà, ma sull’impegno e sul percorso d’apprendimento conseguito.

L’insegnante, che lavora quotidianamente con il bambino, ha il compito di rilevare eventuali difficoltà e comunicarle alla famiglia, senza proporre ipotesi diagnostiche, ma suggerendo di rivolgersi a specialisti del settore.

“Non preoccuparti delle tue difficoltà in matematica. Posso assicurarti che le mie sono ancora maggiori”. Albert Einstein

Antonia De Rosa

Logopedista

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