Roma, 27 novembre 2018 – Si chiama App To Young ed è un’applicazione che dialoga con i ragazzi per aiutarli ad affrontare il loro disagio. Al di là dello schermo del cellulare, un team di psicologi qualificati è a disposizione 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per ascoltare, aiutare e indirizzare chi vive un momento difficile.
È gratuita, di facile utilizzo e sempre attiva. L’applicazione è stata realizzata dall’Associazione Fiorenzo Fratini Onlus e dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con la collaborazione del Comune di Firenze e il supporto dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer.
Il progetto è stato presentato questa mattina presso il Palazzo Vecchio di Firenze alla presenza del sindaco Dario Nardella e dei testimonial dell’iniziativa, il calciatore Federico Chiesa e la blogger Beatrice Ambra Zanotto.
Disagio giovanile: interessa 8 ragazzi su 10
Depressione, irritabilità, apatia, solitudine e senso di isolamento. Abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Disturbi alimentari. Incomprensioni familiari, bullismo, autolesionismo e comportamenti suicidari. Sono le diverse manifestazioni di uno stesso malessere di fondo: il disagio giovanile.
Secondo i dati della Società Italiana di Pediatria, otto ragazzi su dieci tra i 14 e i 18 anni hanno sperimentato forme più o meno gravi di disagio emotivo, che nel 15% dei casi è sfociato in gesti di autolesionismo. La presenza di questi comportamenti è descritta in letteratura come un fattore correlato ad un aumentato rischio di suicidio in adolescenza.
Al Bambino Gesù, in particolare, negli ultimi 6 anni, il numero degli accessi al pronto soccorso per gesti autolesionistici o comportamenti suicidari è decuplicato. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra gli under 20 (seconda solo agli incidenti stradali), la depressione colpisce quasi 1 ragazzo su 10 e l’anoressia – la malattia psichiatrica col più alto tasso di mortalità – colpisce l’1% delle ragazze.
App To Young: cos’è e come funziona
L’applicazione è disponibile per tablet e smartphone. Si può scaricare gratuitamente da Google Play e Apple Store. Occupa pochissima memoria, è operativa 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, e garantisce privacy e completo anonimato.Dopo una semplice schermata di registrazione (con un nickname), all’utente viene proposto un questionario sviluppato dal team di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù, che serve a delinearne il profilo e a recepire immediatamente le sue esigenze.
Una volta completato il questionario, il ragazzo ha due possibilità: può contattare direttamente il numero verde del Centro di ascolto dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per parlare con uno psicologo, oppure può optare per l’accesso ad una chat peer-to-peer con un suo coetaneo (monitorato in diretta da uno psicologo qualificato), che saprà ascoltarlo e consigliarlo con la sensibilità che solo un ragazzo può avere nei confronti di un altro ragazzo.
I giovani che rispondono in chat fanno parte del gruppo Youngle, servizio pubblico nazionale di ascolto e counseling sui social network rivolto a e gestito da adolescenti, promosso dal Comune di Firenze.
App to Young è uno strumento utile anche per genitori e insegnanti: la funzione “Voglio parlare di qualcuno” permette, infatti, di chiedere consiglio anche per un amico, per un figlio o per uno studente che magari non ha la forza o la possibilità di chiedere aiuto, incentivando la solidarietà e mettendo in luce situazioni che altrimenti non emergerebbero.
Per qualsiasi ulteriore informazione è a disposizione di tutti il sito web www.apptoyoung.it.
“La mancanza di comunicazione e la difficoltà a mettere in atto le richieste di aiuto per paura di essere giudicati o non compresi sono alcuni degli ostacoli che si frappongono tra i ragazzi che soffrono e chi potrebbe aiutarli – spiega Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù – App To Young è nata proprio per dare ai giovani con una qualche forma di disagio uno strumento adatto alle loro necessità, che sia sempre a portata di mano, per confidarsi e, se necessario, cercare aiuto. Con il supporto di personale qualificato, l’obiettivo è aiutarli a superare i momenti critici e prevenire le potenziali conseguenze”.