Dieta mediterranea e metformina, un valido aiuto per i pazienti con malattie metaboliche

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Sulla base di sperimentazioni cliniche e di promettenti studi osservazionali, viene presentato oggi all’Istituto Nazionale dei Tumori lo studio MeMeMe. Finanziato dall’European Research Council, in cinque anni recluterà 2mila persone con sindrome metabolica

famiglia-bambini-ciboMilano, 5 marzo 2016 – La dieta mediterranea si conferma un’alleata della nostra salute. Sperimentazioni cliniche già condotte in passato suggeriscono che questo tipo di dieta sia efficace nel far regredire la sindrome metabolica, e diversi studi osservazionali dimostrano che può essere associata a un’incidenza più bassa di patologie cardiovascolari e di tumori. Al contempo la metformina, farmaco per il trattamento del diabete di tipo 2, sperimentato con successo anche nella prevenzione del diabete in soggetti con intolleranza al glucosio o con sindrome metabolica ad alto rischio di sviluppare diabete di tipo 2, sembrerebbe essere associata a una minore incidenza di tumori in pazienti diabetici.

Sulla base di queste incoraggianti evidenze, è partito dall’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) il reclutamento di volontari per il nuovo studio MeMeMe, che valuterà l’efficacia di dieta mediterranea e metformina nella prevenzione primaria delle malattie croniche legate all’età, in persone sane ma esposte a maggior rischio perché affette da sindrome metabolica. Lo studio è stato presentato oggi nel corso del convegno “La prevenzione delle malattie croniche: stile di vita e Metformina”, che si è svolto presso l’INT. Il progetto di ricerca ha ottenuto un finanziamento dall’European Research Council (ERC) e attualmente è l’unico trial di questo tipo attivo in Europa.

“Il nuovo studio si basa proprio su questi presupposti – spiega la dott.ssa Patrizia Pasanisi, dirigente medico, specialista in Epidemiologia e nutrizionista dell’INT – L’ipotesi da cui partiamo è che una frazione importante dell’incidenza e della mortalità per malattie croniche, circa il 25-33%, potrebbe essere prevenuta sia attraverso un cambiamento complessivo, radicale ma sostenibile, dello stile di vita, sia con un trattamento chemiopreventivo con metformina, un farmaco il cui meccanismo d’azione include l’attivazione degli stessi geni messi in moto dalla restrizione calorica e dall’attività fisica”.

Lo studio MeMeMe avrà una durata di cinque anni e recluterà 2mila persone con sindrome metabolica da randomizzare in quattro gruppi di 500 persone ciascuno, che riceveranno uno dei seguenti trattamenti: metformina (1.700 mg/die) più intervento attivo di stile di vita; placebo + intervento attivo di stile di vita; metformina sola (1.700 mg/die); placebo solo.

“Non ci sono particolari effetti collaterali – aggiunge Pasanisi – La metformina è un farmaco molto sicuro usato da più di 50 anni per la terapia del diabete e può essere efficace anche per prevenire il diabete in persone con la glicemia superiore alla norma. Nello studio, prima della randomizzazione, è prevista una fase di ‘prova’ in cui tutti i potenziali partecipanti ricevono un trattamento iniziale per 30 giorni con metformina 500 mg, somministrata per la valutazione di eventuali effetti indesiderati. Al termine di questi 30 giorni lo studio prevede la randomizzazione in metformina o placebo. Il partecipante riceverà un flacone con 62 compresse di Metformina 850 mg o di placebo da assumere però ancora in un’unica pillola al giorno per due mesi. Solo al termine di questi ulteriori due mesi il partecipante assumerà la dose piena prevista, di due pillole al giorno (di metformina o placebo). Nel caso in cui qualcuno accusasse disturbi potenzialmente attribuibili al farmaco, dopo il secondo mese potrà ridurre la dose ad una sola pillola al giorno”.

Per quanto riguarda la dieta, tutti i partecipanti riceveranno raccomandazioni generali per la prevenzione dei tumori, del diabete e delle malattie cardiovascolari, e solo i partecipanti randomizzati nel gruppo di intervento saranno invitati a seguire quattro corsi di cucina e a partecipare mensilmente a un pranzo o a una cena e a incontri informativi per rafforzare il proprio impegno nell’adottare uno stile di vita preventivo.
Sono escluse dal trial le persone già diabetiche, con insufficienza renale o che hanno già avuto infarti o tumori maligni.

fonte: ufficio stampa

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