Roma, 8 settembre 2022 – “La sanità e la medicina sono all’anno zero dentro questa campagna elettorale, per la scarsità delle proposte in tema di difesa della salute, di tutela delle professione mediche, di capacità di prevedere riforme e nuove risorse per il personale sanitario e medico del Servizio Sanitario Nazionale. Il report, di questi giorni, della Fondazione GIMBE sui programma dei partiti, in questo senso, rappresenta una fedele fotografia della realtà!” così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani sull’andamento della campagna elettorale per l’elezioni politiche.
“La pandemia da Covid-19 ha confermato che la principale carenza strutturale del SSN è quella del personale. A parte la promessa stabilizzazione di almeno una parte degli assunti in sanità per fronteggiare la pandemia, nulla sembra muoversi verso un aumento del personale sanitario, nemmeno per far funzionare quanto previsto nel PNRR, come dimostrano numerosi dati statistici, recenti studi e ciò rischia di aggravare ulteriormente le disuguaglianze nell’accesso alle cure”.
“Occorrono scelte e riforme radicali per fronteggiare la carenza dei medici che si concretizzerà nei prossimi anni – continua Onotri – tra pensionamenti e licenziamenti sono previsti 40mila medici (ospedalieri e medici di medicina generale) in meno entro il 2024, come riportato da vari giornali del settore. Davanti a queste vere e proprie emergenze, per quanto riguarda la tenuta del nostro SSN, occorre coraggio e determinazione per immettere nel sistema sanitario migliaia di nuovi medici”.
“Da tempo ormai stiamo chiedendo, a tal fine, l’istituzione Corso di Medicina Generale in Specializzazione a livello universitario con interazione con la medicina territoriale a livello pratico, superando, in questo modo, il meccanismo delle borse di studio, nonché percorsi di formazione/lavoro all’interno di strutture ospedaliere”.
“Si sta determinando, da anni, un depauperamento del SSN con i cittadini costretti a ricorrere al privato, pagando di tasca propria i servizi sanitari, o a rinunciare del tutto a curarsi quando i mezzi per farlo non ci sono, come è avvenuto per molte famiglie del Mezzogiorno. L’autonomia differenziata in sanità, un progetto rispolverato in questi ultimi mesi, potrebbe, in questo senso, acuire le differenze nell’erogazioni delle cure e dell’assistenza nelle diverse zone del Paese”.
“Di pari passo i partiti lo sanno che nei servizi di Pronto Soccorso e 118 italiani mancano ormai più del 40% dei medici e le carenze ogni giorno peggiorano a causa della costante fuga verso il pensionamento? Il nostro messaggio è drammaticamente semplice: senza una medicina dell’emergenza urgenza efficace, senza un servizio di pronto soccorso strutturato e all’altezza delle reali necessità, senza una medicina territoriale forte non può esistere un efficiente Servizio Sanitario Nazionale, siamo arrivati, ormai, al fondo! I partiti su tutto questo cosa dicono?”.
“Se non si ricomincia parlare del diritto dei cittadini ad una sanità pubblica equa e universale e di tutele per i professionisti che vi lavorano, saremo pronti a indire lo stato di agitazione e un nuovo sciopero. Il coraggio di farlo di non ci manca, come abbiamo già dimostrato!”, conclude Onotri.