Il Piano apre una nuova prospettiva sull’assistenza e la terapia. I governi devono agire ora. Il Piano ribadisce che la demenza non è l’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento e chi ne è colpito deve essere aiutato a vivere nel modo migliore possibile
Ginevra, 29 maggio 2017 – Alzheimer’s Disease International (ADI), insieme alle Associazioni nazionali che ne fanno parte tra cui la Federazione Alzheimer Italia, da dieci anni sostiene l’idea di dare una risposta globale alla demenza.
Oggi finalmente, nell’ambito della 70esima Assemblea Mondiale sulla Sanità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha adottato il Piano Globale di Azione sulla Risposta di Salute Pubblica alla Demenza 2017-2025, che invita i governi a raggiungere precisi obiettivi sul fronte di una maggiore consapevolezza della demenza, della riduzione dei rischi, della diagnosi e assistenza, del supporto ai familiari e ai caregiver, della ricerca.
Con il suo Segretario Generale Mario Possenti, la Federazione Alzheimer Italia, rappresentante di ADI per il nostro Paese, è l’unica organizzazione italiana presente a Ginevra per l’approvazione del Piano.
Il Piano affronta i principali problemi della politica sulla demenza, con l’obiettivo di ridurne l’impatto a livello locale e globale. Esso segna un passo importante nella lotta alla demenza poiché apre una nuova prospettiva sulla diagnosi, sull’assistenza e sulla terapia, fornendo un quadro utile ai governi per migliorare la vita di milioni di persone.
Il Piano riconosce infatti che migliorare la vita delle persone con demenza e dei loro familiari è una questione relativa ai diritti umani.
Attualmente solo 29 dei 194 Stati membri – la metà dei quali in Europa – ha sviluppato un piano sulla demenza. Il Piano globale sollecita i governi a considerare la necessità di includere la demenza nelle proprie politiche sociosanitarie e assistenziali. Tutti i Paesi dovranno quindi riferire periodicamente all’OMS lo stato di avanzamento del Piano tra il 2017 e il 2025.
Paola Barbarino, amministratore delegato di ADI, commenta: “I governi devono agire ora. Abbiamo un’occasione unica di cambiare in modo positivo e inclusivo la vita delle persone con demenza”.
La demenza colpisce 50 milioni di persone in tutto il mondo, numero che sarà triplicato nel 2050. Ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa la demenza. Più della metà delle persone affette da demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, dove solo il 10% dei malati riceve una diagnosi.
Nel 2018 la demenza diventerà una malattia da mille miliardi di dollari.
Glenn Rees, presidente di ADI, sottolinea: “La demenza è l’unica condizione cronica senza una terapia risolutiva. Almeno l’1% del costo della demenza dovrebbe essere investito nella ricerca”.
In qualità di membro di ADI, la Federazione Alzheimer Italia ha fornito il proprio contributo e punto di vista sulla bozza del Piano ritenendo che la sua adozione sosterrà i singoli Stati a sviluppare politiche specifiche volte ad attenuare le conseguenze della demenza sul territorio.
Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, commenta: “In Italia esiste un Piano sulle demenze, ma attualmente senza stanziamento di fondi. Auspichiamo che l’odierna storica decisione dell’OMS convinca il governo a destinare finanziamenti mirati alle sette aree di intervento previste dal Piano. Come federazione di ben 47 associazioni su tutto il territorio italiano, abbiamo aumentato le azioni di sensibilizzazione negli ultimi due anni e, in particolare, abbiamo avviato il progetto di Comunità Amiche delle Persone con Demenza, partito da Abbiategrasso e ad oggi diffuso in otto città. Non ci fermeremo”.
Il Piano illustra sette aree specifiche di intervento:
1. Demenza come Priorità di Salute Pubblica
Già nell’aprile 2012 OMS e ADI diffusero un Rapporto che forniva una panoramica autorevole sull’impatto della demenza nel mondo e invitava i governi a considerare la demenza una priorità mondiale di salute pubblica. All’epoca, erano solo 8 gli Stati membri dell’OMS che avevano in atto un piano nazionale sulle demenze.
2. Consapevolezza e Comunità amiche della Demenza
I governi e le associazioni Alzheimer dovrebbero lavorare insieme per aumentare la consapevolezza della demenza, che è la vera chiave per poter progredire.
3. Riduzione del Rischio
Il rischio di sviluppare la demenza sarà di certo minore se entro il 2025 tutti i Paesi raggiungeranno gli obiettivi previsti dal Piano.
4. Diagnosi, Trattamento e Assistenza della Demenza
Lo scorso anno il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016, redatto da ADI e intitolato “Migliorare l’assistenza sanitaria ai soggetti con demenza”, invitava a un’azione comune per estendere l’assistenza sanitaria a tutte le persone con demenza nel mondo. Tra le azioni necessarie, il Piano suggerisce agli Stati l’importanza di misurare la qualità e i risultati dell’assistenza, di assicurare al malato che riceve la diagnosi di demenza almeno un anno di assistenza, gestita da un operatore specializzato, di sostenere le cure palliative.
5. Sostegno ai familiari e ai caregiver
Suggerendo programmi mirati, che prevedono per esempio l’assistenza in casa o il miglioramento dei trasporti, il Piano sottolinea l’importanza di far vivere i malati il più a lungo possibile nella comunità e l’urgenza di sostenere i familiari nella vita quotidiana.
6. Sistemi Informativi per la Demenza
Per poter migliorare i servizi, tra gli indicatori della demenza è necessario inserire sia la qualità dell’assistenza sia l’esperienza di persone con demenza.
7. Ricerca e Innovazione per la Demenza
In tutto il mondo ricerca e innovazione nelle terapie farmacologiche e non farmacologiche, riferite alla demenza, sono seriamente sotto finanziate, soprattutto se si guarda al numero delle persone colpite e al costo che deve sostenere la comunità e le famiglie. È necessario che ogni Stato investa di più.
Il Piano è stato sviluppato grazie alla collaborazione di diversi stakeholders, tra cui anche persone con demenza, che sono state consultate sui sette punti chiave del Piano.
Kate Swaffer, presidente di Dementia Alliance International, affetta da demenza, spera: “Quelli di noi che vivono con la demenza hanno bisogno di questi piani per vivere il meglio possibile per il massimo tempo possibile”.
fonte: ufficio stampa