Roma, 5 novembre 2019 – Il Disegno di legge per il bilancio 2019, nonostante alcuni spunti interessanti, delude le aspettative – è il commento della COSMED – blindando l’esistente, limitandosi a dichiarazioni di principio e differendo ad futuro incerto provvedimenti e finanziamenti innovativi.
Il finanziamento del rinnovo contrattuale per il 2019-2021 del pubblico impiego viene implementato di 225 milioni per il 2020 e di 1,4 miliardi per il 2021. Tale incremento consentirebbe un aumento contrattuale (vedi tabella allegata) pari al 1,30% per il 2019, al 1,92% per il 2020 e del 3,49% per il 2021. Si tratta dello stesso modesto incremento a regime dell’ultimo contratto 2016-19, ancora da erogare, e che non ha recuperato nemmeno l’inflazione reale di oltre 10 anni di blocco contrattuale.
Al di là dell’esiguità delle risorse, non è prevista nessuna delle ipotesi formulate negli scorsi mesi, in particolare: la detassazione degli aumenti contrattuali, la detassazione del salario accessorio legato all’incremento della produttività, l’abolizione del meccanismo di riduzione automatica delle retribuzioni (scala ignobile) dei dipendenti pubblici con sottrazione della retribuzione legata all’anzianità dei cessati, il superamento dell’art. 23 della legge di riforma della P.A.
Un contratto scaduto il 31.12.2018 vede il finanziamento diluito e differito, continuando una politica disincentivante e punitiva per il settore pubblico senza alcuna iniziativa o innovazione della struttura contrattuale.
Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale viene sostanzialmente confermato nella misura prevista dalla precedente legge di bilancio. Sulla sanità poche novità in due striminziti articoli: abolizione dal 1 settembre del cosiddetto superticket con rifinanziamento delle Regioni e un finanziamento di circa 250 milioni per fornire apparecchiature sanitarie in uso ai medici di medicina generale, unico provvedimento, per abbattere le liste d’attesa.
Nessun investimento o incentivo sulle risorse umane ospedaliere indispensabili per contenere le liste d’attesa, dimenticata la carenza di medici e sanitari specialisti cruciale per la sopravvivenza e la credibilità del SSN.
Eppure questa legge di bilancio aveva acceso il faro sulla lotta all’evasione fiscale che genera deficit, distrugge lo stato sociale e crea diseguaglianze inaccettabili.
Ridimensionato il recupero fiscale, differiti al 2021 gli incentivi all’uso dei pagamenti tracciabili, mantenuti i privilegi della flat tax per il lavoro autonomo, resta il conforto per l’assenza di ulteriori condoni.
Viene affrontato il tema della riduzione del carico fiscale dei lavoratori dipendenti, che da anni mantengono in piedi lo stato sociale pagando per tutti. Tuttavia le risorse stanziate pari a 3 miliardi per il 2020 e 5 miliardi per il 2021 consentirebbero ai 18 milioni di lavoratori dipendenti un recupero pro capite rispettivamente di 167 e 277 euro annui (pari a 13 e 21 euro mensili).
Una buona agenda con effetti talmente inadeguati da rendere il messaggio, pur condivisibile, debolissimo.
Sulla previdenza proroga dell’opzione donna ma solo per un anno, ripristinato il recupero dell’inflazione sulle pensioni ma solo dal 2022, nel frattempo parziale recupero di 3 euro al mese. Ignorate le raccomandazioni della Corte costituzionale sul sequestro delle liquidazioni dei dipendenti pubblici per lo meno nei confronti degli ultra-sessantasettenni con pensioni di vecchiaia.
Affrontato il tema dello scorrimento delle graduatorie, ma limitato al 30% dei posti a concorso, un provvedimento inefficace specialmente nel SSN, anche se l’istituzione di un portale centralizzato è una buona idea per limitare gli sprechi per le procedure concorsuali e i ritardi nelle assunzioni.
Tuttavia mancano norme cogenti per le assunzioni e il corretto turnover nei servizi pubblici ormai al collasso.
Ecco perché è urgente e indispensabile modificare la legge di bilancio 2020 inserendo tutti i correttivi necessari per dar soluzione ai problemi elencati, e cioè incrementando il finanziamento delle risorse per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, ed inserendovi, se non vi è più il tempo di provvedere direttamente, il rinvio cogente a provvedimenti normativi urgenti in tema di detassazione, assunzione di personale ospedaliero, eliminazione del sequestro delle liquidazioni per quiescenza.