Colpisce generalmente dai 60 anni in poi con un’incidenza che può raggiungere il 25%: il Declino Cognitivo Lieve va affrontato tempestivamente con l’aiuto degli specialisti poiché rappresenta una condizione clinica che può precedere lo sviluppo di demenza
Milano, 15 marzo 2018 – Il Declino Cognitivo Lieve è una condizione clinica che può precedere lo sviluppo di demenze e malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. Può insorgere dai 60 anni in poi, arrivando a un’incidenza del 25,2% nella fascia di età 80-84. Una diagnosi precoce è fondamentale per contrastare il decorso della condizione di rischio.
Oggi, lo studio LipiDiDiet, condotto da un consorzio indipendente e pubblicato su The Lancet Neurology, la rivista di neurologia più prestigiosa al mondo, mostra come un trattamento nutrizionale specifico, iniziato immediatamente dopo la conferma diagnostica e proseguito per almeno 2 anni, possa concretamente contribuire a preservare il tessuto cerebrale, stabilizzare le funzioni cognitive e la capacità di svolgere le normali attività quotidiane.
“Il Declino Cognitivo Lieve – spiega Marco Trabucchi, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria – non può essere definito una malattia, ma un disturbo diagnosticato attraverso esami e test specifici. Può essere un campanello di allarme per il successivo sviluppo di demenze più importanti. Questo non vuol dire che tutti coloro che ricevono una diagnosi di Declino Cognitivo Lieve svilupperanno malattie come l’Alzheimer, ma è fondamentale sapere che intervenendo tempestivamente si può prevenire l’aggravamento della condizione e contrastarne la progressione”.
Secondo una ricerca condotta da Doxa Pharma su un campione di 500 persone di età compresa tra i 50 e i 75 anni, l’invecchiamento cerebrale, collegato alla perdita di memoria e quindi all’incapacità di ricordare fatti recenti, è una fonte di grande preoccupazione per l’85% degli intervistati e ben il 60% considera il declino cognitivo addirittura più grave delle patologie cardiovascolari o del diabete.
“Ci sono dei segnali che non devono preoccupare, ma destare attenzione. La perdita di memoria è uno di questi e va distinto dalle normali dimenticanze dettate da stress o stanchezza – afferma Stefano Cappa, Presidente della SINdem, Associazione autonoma aderente alla SIN (Società Italiana di Neurologia) per le demenze – Sicuramente la ripetitività degli episodi e la progressione del disturbo, che vanno a incidere sulla gestione delle attività quotidiane, sono il sintomo più rilevante. A quel punto è importante fare una diagnosi”.
Come conferma la ricerca Doxa Pharma, il Medico di Medicina Generale è il primo referente per richiedere informazioni specifiche sul Declino Cognitivo Lieve (73% degli intervistati).
“Il Medico di Medicina Generale ha il vantaggio di seguire il paziente nel tempo e quindi di conoscerne la storia. Si fa una prima valutazione e, in caso di sospetto declino, si rimanda al neurologo o al geriatra per ulteriori accertamenti diagnostici e per la definizione del percorso terapeutico più idoneo”, conferma il dr. Ovidio Brignoli, Vice Presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG).
Proprio in termini di nuove e innovative opportunità di trattamento, The Lancet Neurology ha recentemente pubblicato i risultati dello studio LipiDiDiet, che ha indagato gli effetti di un trattamento nutrizionale specifico e innovativo, Souvenaid, in pazienti con Declino Cognitivo Lieve. Lo studio che ha coinvolto 311 pazienti, trattati con Souvenaid per 2 anni, è stato condotto in 11 centri di quattro nazioni (Finlandia, Germania, Olanda e Svezia) ed è stato il primo trial clinico volto a documentare l’efficacia di un trattamento nutrizionale specifico nel preservare il tessuto cerebrale, la memoria e la capacità dei pazienti di svolgere attività della vita quotidiana.
Il trattamento testato contiene una miscela brevettata di nutrienti attivi tra cui acidi grassi omega-3, colina, uridina monofostato, fosfolipidi, antiossidanti e vitamine del gruppo B.
I ricercatori del consorzio LipiDiDiet non solo hanno evidenziato i benefici della miscela brevettata, ma anche l’importanza di un intervento tempestivo e dell’aderenza alla terapia come fattori chiave per il successo terapeutico.
“I risultati di questo studio sono ancora più importanti se si pensa che non esistono a oggi delle terapie farmacologiche per il trattamento del Declino Cognitivo Lieve. In un simile contesto, avere un trattamento di ‘farmaco-nutrizione’ efficace è di primaria importanza per la gestione del paziente. La farmaco-nutrizione rappresenta una nuova frontiera che coniuga i benefici di un trattamento nutrizionale specifico e altamente tollerato con l’efficacia validata da studi clinici, tipici di un farmaco”, commenta il prof. Cappa.